venerdì 23 novembre 2007

Se la Regione del 2007 ascolta Antonio Gramsci (Giacomo Mameli, Sardinews, nov. 2007)

Proviamo a commettere un reato a mezzo stampa e vedere la bottiglia sarda mezzo piena anche perché – soprattutto ai piedi della Torre dell’Elefante e nei bastioni del Terrapieno di Cagliari – non costituisce più notizia dipingere una Sardegna in eterno affanno. Alcuni giornali cementati dal mattone anziché dalla completezza dell’informazione credono che repetita semper iuvant. Non sanno che aliquando scocciant. Piove? Regione ladra. Prove di reato, allora. In questa bottiglia delle metafore potrebbe campeggiare un risultato economico di tutto rispetto, ignoto a chi abita tra Stintino e San Giovanni Suergiu: dopo la sacrosanta vertenza-entrate con lo Stato, le risorse disponibili in viale Trento e dintorni in quattro anni sono cresciute di un miliardo e 400 milioni di euro, la percentuale è pari al 40 per cento. Eliseo Secci, nuovo assessore alla Programmazione, porta a casa un raccolto in un terreno concimato a lungo dai suoi predecessori e anche dalle strategia che lo stesso Secci, da presidente della commissione bilancio, aveva per anni sostenuto, anche in collaborazione con la ribelle opposizione dello scomposto centrodestra sardo. Nella stessa bottiglia potremmo mettere la vertenza sulle servitù militari che altro non hanno rappresentato che la faccia della Sardegna che difende la sua dignità istituzionale, senza sottomissioni a stellette e carri armati. C’è chi esalta l’impegno della Giunta regionale nella lotta contro la cementificazione delle coste. Ma qui gli osanna sono più Oltretirreno, nei più autorevoli quotidiani del mondo, nei servizi della Bbc. Ultimo in ordine di tempo Al-Arham che invita gli arabi a visitare “una delle ultime oasi naturalistiche del mondo, tra spiagge e silenzi stupefacenti”. E l’elenco potrebbe essere più consistente.

Ma c’è un dato che in Sardegna emerge comunque: ed è l’investimento che la Regione sta conducendo in cultura da quando in viale Trento è sbarcato l’antipolitico e l’anticomunicativo Renato Soru. Il programma Master and Back (54 milioni di euro nuragici contro i 51 che l’Italia spende in tutto il resto del Paese) sta consentendo a oltre ottocento giovani di confrontarsi col mondo, di uscire dalle cappe della spocchiosa autoreferenzialità di chi insegna negli atenei sardi, di capire che cosa vuol dire ricerca scientifica e libertà di azione di un ricercatore. Sono traguardi che in parte venivano indicati anche prima della stagione-Soru, ma si finanziava il viaggio di andata. Ora si pensa al back, al ritorno. Non si sa come andrà a finire. Ma non è una cosa di poco conto. È una rivoluzione che val bene una legislatura regionale.

In questi ultimi mesi c’è stato però un crescendo di iniziative che hanno proiettato la Sardegna sulle pagine dei più accreditati quotidiani nazionali (e questa volta in buona compagnia dei due quotidiani L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna).
Ha iniziato, come sempre, il festival di Gavoi che ha calamitato nell’Isola il meglio della critica letteraria nazionale e il top degli scrittori contemporanei. Subito dopo è stata la volta di Seneghe col festival della poesia. E Dio sa quanto ci sia bisogno di quella libertà di spirito che solo la poesia sa diffondere.

C’è stata, per la settima volta consecutiva, la Fiera del libro di Macomer. Questa volta il dato illuminante e luminoso è stata la partecipazione delle scuola, dalle elementari alle superiori. Con centinaia di alunni che si sono confrontati su testi letterari nazionali e isolani. Ed è emersa una scuola sarda vivace, attenta a quanto avviene nel mondo. La formula “la scuola sarda adotta un libro” è stata vincente, l’idea della Regione e dell’Associazione degli editori sardi Aes va sostenuta ulteriormente.

Dopo Macomer, negli stessi giorni, il quarto Forum “Passaparola” alla manifattura Tabacchi di Cagliari. Col fior fiore degli editori nazionali, dei critici. E anche qui le scuole in primo piano. E hanno capito che un’idea vincente a Londra può esserlo anche a Cagliari e dintorni.

Questa è una Sardegna che ha cambiato pelle. È una Sardegna che – fra mille sacrosante proteste, fra scioperi e rabbia dai campi alle fabbriche – vuol modernizzare l’agenda della politica sarda consociativa e inconcludente. Sembra di vedere una Sardegna che finalmente crede nella cultura: Quella che con “istruitevi, istruitevi, istruitevi” invocava Antonio Gramsci.

domenica 18 novembre 2007

Il valore della promozione della lettura (Sandro Ghiani, 18 novembre 2007)

Ho partecipato alla Tavola rotonda "Ultime notizie dal mondo del libro. Il futuro del libro e la promozione della lettura. Da Gutemberg a Internet" che si è svolta Sabato 27 ottobre 2007 nell’ambito della Fiera del libro di Macomer. Sia sui contenuti della tavola rotonda sia sul mio intervento hanno riferito i giornali sardi e si potrebbe anche non tornare, ma il valore della fiera, oltre al successo commerciale per le buone vendite e a quello delle nuove formule di promozione di cui non si può che essere contenti, sta anche nelle proficue occasioni di incontro tra operatori diversi che si confrontano davanti a un pubblico attento e nelle riflessioni successive a cui questi incontri inducono. Tutti siamo consapevoli della necessità di creare sinergie e di trovare momenti per lavorare insieme, editori, librai, autori, bibliotecari, insegnanti e lettori e la Fiera sicuramente è stata quest’anno uno di questi momenti e certamente ancora di più lo sarà in futuro.
Mi soffermo un attimo sulle iniziative di I, sulle tecniche e sugli effetti. Nelle biblioteche pubbliche, che hanno come compito esplicito quello di promuovere la lettura, è da molti anni che si sono sperimentate diverse formule prima fra tutte gli incontri con gli autori spesso organizzate in forma di rassegna, ma anche incontri di lettura, letture animate, mostre di libri, una miriade di iniziative per i più piccoli nell’ambito del progetto nazionale “Nati per leggere” e altre iniziative, spesso in collaborazione con le scuole. In tempi più recenti si sta affermando l’idea di proporre letture ad alta voce in tutte le occasioni di incontro che le biblioteche organizzano a partire dalle visite guidate con le scuole fino ai convegni sui più disparati argomenti. Altra cosa che sta prendendo piede e quella di affiancare alle attività culturali di promozione la possibilità di vendita dei libri in collaborazione con i librai. Se non siamo ancora all’unione stabile di biblioteche e librerie all’interno dello stesso spazio come a Sala Borsa di Bologna possiamo almeno favorire l’incontro delle diverse forme di accesso al libro in occasione degli eventi che organizziamo. Ciò che propongo è che si lavori insieme in alcune “grandi” occasioni e in molte “piccole” occasioni. Come grandi occasioni penso alla Fiera di Macomer, al Festival di Gavoi, al Festival della letteratura per ragazzi di Cagliari, al Forum dei Presidi del libro, magari con un minimo di coordinamento da parte della Regione che finanzia tutti, per concordare almeno le date e consentire una maggiore partecipazione. E come piccole occasioni penso alla miriade di iniziative locali nei singoli comuni o nei quartieri dove e più facile che librerie e biblioteche, autori, editori e lettori si incontrino agli stessi tavoli e dove spesso più che i finanziamenti contano la buona volontà e la convinzione che trasmettere l’amore per la lettura e per i libri alle nuove generazioni è un grande investimento a lungo termine.
Se dovessi sintetizzare in poche parole un aspetto positivo nel modo di promuovere il libro per ciascuna categoria degli appartenenti alla filiera del libro direi:
Lo scrittore: quando scrive perché ha qualcosa da dire.
L’editore: quando pubblica i libri perché valgono e non solo perché si vendono.
Il libraio: quando mi trova il libro che sto cercando e non cerca di vendermi quelli che gli avanzano.
Il bibliotecario: quando scopro che il libro in più che mi propone non è in più.
L’insegnante: quando fa la fatica di insegnare a leggere senza fatica.

Sandro Ghiani
(Presidente Associazione Italiana Biblioteche – Sezione Sardegna)