venerdì 1 febbraio 2008

Una proposta provocatoria?

Noblejas La notizia. Un euro all'ora per leggere e studiare in biblioteca. Lo stanzia Agustín Jiménez Crespo, Sindaco del Comune di Noblejas (Toledo), per i ragazzini delle elementari e delle medie che frequentano la Biblioteca Municipal. Un educatore controlla l'attività svolta dai ragazzi e a fine mese la paghetta viene consegnata ai genitori. Abbandono scolastico, scarse iscrizioni alle università e: "atajar el grave problema del fracaso escolar que hay en los pueblos industriales como Noblejas, donde el índice de este fracaso ronda el 85%" sono gli obiettivi del sindaco socialista (alla guida del Comune spagnolo dal 1982). Ma i benefici per questa cittadina di 3 mila abitanti (famosa per i suoi vini, come si evince dallo stemma) non si limitano all'età scolare: "Noblejas - ha spiegato il Sindaco - contará en breve con profesionales cualificados, incorporados a la plantilla municipal, encargados de extender una verdadera cultura del estudio entre la población y de brindar apoyo extraescolar a los alumnos que presenten mayores dificultades de aprendizaje".
Una proposta provocatoria? Prima di sentenziare in merito alla reale utilità dell'iniziativa (sulla quale io proverei a scommettere) sarebbe interessante osservarne i risultati (l'operazione sarà avviata tra un mese: il primo marzo).
La proposta: perché non sperimentare questa simpatica iniziativa proprio a Macomer, in occasione della prossima edizione della Mostra del Libro?
Al Comune di Macomer (particolarmente attento alla diffusione della Cultura), alla Provincia di Nuoro e all'Assessorato Pubblica Istruzione della Regione il compito di verificare la concreta fattibilità (e la reale utilità) dell'operazione.
Andrea Mameli, primo febbraio 2008



Spanish Town to Pay Kids to Read (By Iain Sullivan, Associated Press Writer, feb. 4, 2008)

Un alcalde de Toledo pagará un euro a la hora a los niños que estudien en la biblioteca abc.es (30 gen. 2008)

Un euro per il giovane che legge (L'Unione Sarda, 16 febbraio 2008, pagina 30)

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Mh... si, aspetterei di vedere i risultati.
Quali verifiche qualitative sono previste per dire che la manifestazione sarà riuscitissima, oltre alle presenze?

Personalmente ho riluttanza a pensare di dover spingere i miei bambini a leggere dietro compenso.

E' un qualcosa che imparano naturalmente, se anche i genitori lo fanno insieme a loro e stimolano la loro innata curiosità...
Certo, è più semplice metterli davanti a un videogioco e alla tv...

Anonimo ha detto...

Non sono convintissima della fattibilità dell'operazione, soprattutto perchè collegare la lettura al denaro in così giovane età mi sembra sbagliato. Il ritorno della lettura e dell'istruzione è ben più che economico, e anche se la drammaticità della dispersione scolastica e della generale disaffezione al libro in Sardegna e in Italia rendono "tutti i mezzi legittimi per raggiungere il fine", rimango perplessa sulla possibilità di "pagare" i ragazzini per leggere.

Anonimo ha detto...

Concordo con Regina Madry.

La lettura è assolutamente un piacere.
Chiediamoci perchè i ragazzi non la percepiscono in questo modo e lavoriamo su quello che c'è a monte della loro indifferenza per la cultura.

Diamogli i soldi per andare in biblioteca?! E se per andare a scuola chiedessero la paghetta?
E così di seguito...

Dal mio punto di vista pagare i ragazzini per leggere è diseducativo.

Come vogliamo plasmare i futuri uomini che avranno in mano il mondo di domani?

L'ignoranza è voluta. Chi manovra i bottoni dalla sala di comando lavora sodo per tenere tutti con la testa sotto. Guardiamoci intorno, non è difficile comprenderlo. Cosa propinano da mane a sera i mass media princiapali?

Chi legge ha la mente aperta, è un essere libero potenzialmente pericoloso. Meglio troncare sul nascere questa attività, istruendo le famiglie al consumismo sfreanato che si fa più in fretta ed è più comodo.

No, credo che ci voglia ben altro per stimolare la voglia di cultura nei nostri ragazzini. Noi genitori per primi dobbiamo autoeducarci e loro ci imiteranno. Magari metteranno tutto in discussione o faranno tutto il contario nel periodo della contestazione ma non ha importanza. L'imprinting comunque l'avranno avuto e quasi sicuramente ci torneranno, e anche meglio di noi. Anche le istituzioni sono carenti, bisogna rimboccarsi molto molto le maniche amici miei...

Anonimo ha detto...

Non sono assolutamente d'accordo.La lettura nasce come imposizione,ma poi si sviluppa come singola esigenza,negli adulti,come nei bambini.Potremmo spingere i nostri figli a recarsi più spesso in biblioteche o mostre del settore,ma mai dar loro un compenso!Da grandi,forse,ci ringrazieranno.

Sagira ha detto...

Direi che il soldo e la lettura viaggiano su binari diversi..

La mia esperienza è stata quella di avere avuto dei genitori dalla "pagina facile", e vuoi o non vuoi.. favole durante l'infanzia, quotidiani la domenica mattina e libri a non finire sugli scaffali.. la passione è nata ed è cresciuta.

Esperienza diversa invece per mio fratello.. solo dopo Harry Potter è diventato un divoratore di libri.. (rinnegando, tra l'altro, il libro della Rowling per la povertà di linguaggio).

Quindi? E' vero che l'esempio dei genitori sia fondamentale, ma è vero anche che ognuno ha i suoi tempi.. ed è anche vero che, come dice m@komeresellabella, "La lettura nasce come imposizione,ma poi si sviluppa come singola esigenza,negli adulti,come nei bambini[...]" (quei Malavoglia, io, non li avrei mai letti se non avessi dovuto fare il riassunto)..

Quindi? Niente paghetta per chi va in biblioteca: lasciamo liberi i bambini di leggere e di non leggere.. ma facciamo in modo che ci siano le occasioni di assaggiare la lettura. Forse la prima volta non andrà bene, la seconda neppure.. ma alla fine "questo non mi piace quello neppure.." almeno una critica sapranno farla!!!