lunedì 5 novembre 2007

Alla mostra del libro di Macomer non c’ero ma avrei voluto esserci (Rosaria Piga, Kioto, 5 nov. 2007)

Alla mostra del libro di Macomer non c’ero ma avrei voluto esserci. Non posso esprimere opinioni personali sul "come sia stata", ma sicuramente non era da perdere. Il futuro, ciò che era fantascienza ed oggi è scienza, non mi ci è voluto molto per appurarlo, approdando in Giappone, per me tutto era fantascienza ed oggi è diventata scienza, la mia scienza insieme a loro e grazie a loro. Ma la fantascienza non è solo il Giappone. Ogni volta che approdo in un altro Paese per una breve e semplice collaborazione e/o congresso, mi accorgo che ogni Paese ha sempre qualcosa di nuovo da offrire, qualcosa che ai miei occhi è fantascienza e che per loro invece è scienza, è questo il bello di questo lavoro, realizzare che c’è sempre qualcuno che ne sa più di te e dal quale attingere, appurare che tu puoi essere fantascienza per altri e quindi arrivare allo scambio reciproco. Riuscire esattamente a distinguere, fra i diversi tipi di radicali liberi estremamente reattivi, con quali fra loro abbiamo a che fare all’interno di una cellula come conseguenza di un determinato stress, credevo fosse fantascienza ed invece oggi è cosa normale, è diventato scienza. Riuscire a distinguere, con un semplice segnale ottico su una cellula che rimane vivente e per niente disturbata dallo strumento, se questa cellula si sta riproducendo, sta emettendo dei filamenti o sta morendo, oggi è diventato scienza, una scienza che tra l’altro sta prendendo prepotentemente piede in campo biofisico. Il segreto è la comunicazione, la rete di connessioni interdisciplinari fra i vari continenti, paesi, nazioni, regioni. Il loro lavoro in questo senso lo fanno anche i blog, nati se vogliamo come una semplice necessità di esprimersi a livello personale, per poi ampliarsi in veri e propri forum di discussione anche scientifica ed in generale professionale. Personalmente ho attraversato diversi stati d’animo nei confronti dei blog. Appena partita, come unico ed utilissimo mezzo per sentirmi pur sempre coinvolta nella vita del mio Paese, per poi passare ad un’intolleranza che mi ha tenuta lontana da essi per un po’ di tempo quando i blog venivano trasformati, da alcuni, in strumenti di critica gratuita invece che di consiglio ed aiuto reciproco, per poi riavvicinarmi a quelli che ho trovato costruttivi da diversi punti di vista, professionale, personale, sociale, un modo per non perdere i contatti con il mondo da cui provengo, certo, ma anche di condividere le mie passioni, sia personali che professionali, sentendo le opinioni altrui. Ma a prescindere dal fatto che vengano usati o meno, non c’è dubbio che la loro esistenza, fosse anche solo per essere letti, rappresentano una incommensurabile fonte di collegamento con quello che è il mondo circostante, questa è la vera fantascienza, la rete. Penso al fatto che solo tredici anni fa comunicavo con un’amica emigrata in Svezia, mediante lettere scritte a mano che ci giungevano con notizie vecchie di 2 settimane, che quando lei mi parlò di lettere via telefonica spedite e ricevute in tempo reale, non capivo minimamente a cosa si fosse riferendo. E per una che vive a 9000 km di distanza dalla sua terra, questa fantascienza che oggi è scienza è stata veramente fondamentale per farmi sentire sempre a casa dovunque io sia.
Rosaria Piga, Kyoto, Giappone (5 novembre 2007)

2 commenti:

Linguaggio Macchina ha detto...

Grazie Rosaria, il tuo intervento è molto stimolante in relazione al tema BLOG e al fatto che (come già accaduto per Stefania Melis che ci scrisse dagli Usa) apprezzamenti (e critiche) provenienti da sardi (e non sardi) lontani sono sempre utili e molto graditi.
Ciao
Andrea

Linguaggio Macchina ha detto...

Rosaria, ti ho citata come esempio in un commento al blog dell'evento culturale "scompagina/1
libri in scena con dedica a Valeria Moriconi" www.scompagina.org

http://www.scompagina.org/home/content/blogcategory/18/33/