sabato 27 ottobre 2007

Il Laboratorio di restauro del libro

Nella prima immagine è visibile una fase del restauro di antiche pagine con l'uso della carta giapponese.
Alessandro Aresu ed Alessandra Serra (foto al centro), del Centro di tutela e Restauro della Regione Sardegna, illustrano a tutti i visitatori le principali tecniche di restauro, da loro affinate in uno storico laboratorio di Cagliari. Il profilo professionale di restauratore di libri antichi - ci spiegano i due colleghi- richiede la Laurea in Conservazione dei Beni Culturali. a disposizione dei visitatori anche un documentario sulle tecniche di restauro realizzato dallo stesso Centro (foto a destra).
(Foto: Gianfranco Meloni) Macomer, 27 ottobre 2007



Macomer, avamposto culturale

Anche in questa 7^ edizione della Mostra del Libro in Sardegna sono presenti due editori provenienti da oltre Tirreno, quest'anno entrambi di Roma: Minimumfax e Fanucci, rispettivamente rappresentati da Daniele Di Gennaro e Valentina Francese (foto).
Abbiamo chiesto a Daniele Di Gennaro le sue impressioni sull'evento: “Impressioni davvero molto positive. Considerando i grandissimi problemi di distribuzione culturale, in termini di libri e di eventi, che riguardano tutta la provincia italiana, Macomer mi pare una meravigliosa espressione di disponibilità culturale”.
Di Gennaro si è persino sbilanciato nel conio scherzoso di uno slogan per la Mostra: “Poiché trovo esteticamente suggestivi questi ambienti di origine militare che ospitano la Mostra, direi, sulla falsa riga del vecchio fiori nei cannoni, che a Macomer si può dire libri nelle caserme!”
Abbiamo quindi chiesto una valutazione sulla Mostra a Valentina Francese: “Ciò che mi sembra massimamente gradevole è una così massiccia partecipazione di pubblico e un così ampio entusiasmo in una realtà che, in termini di mercato, verrebbe definita periferica. Ho la sensazione di essere in un avamposto, molto avanti in termini di disponibilità culturale sul territorio. Queste situazioni rappresentano senz'altro un circolo virtuoso in cui la produzione letteraria alimenta l'industria della piccola e media impresa editoriale e viceversa”.
(Foto: Gianfranco Meloni)

Alessandro Deroma


Alberto Capitta: lo scrittore e il paesaggio.

Una fascia d'età trascurata. Franco Enna

L'idea che si ha adesso è di una maggiore attenzione al problema libro sardo, credo che vi sia una maggiore considerazione dei singoli editori, questo è molto positivo. Ottimo il lavoro svolto anche con i piccoli, da uomo di scuola e scrittore di libri per ragazzi trovo che questo sia fondamentale.
Tuttavia anche qui, come libri e attività, si trascura l'età preadolescenziale. I ragazzi della scuola media vengono trascurati, ci vuole qualcosa di veramente adatto a loro, se non riusciamo a offrire prodotti adeguati perdiamo una partita importante. E vince l'analfabetismo di ritorno.
Franco Enna, scrittore

Studenti e autori (Macomer, 27 ottobre 2007)

Una studentessa del Liceo della Comunicazione di Macomer rivolge una domanda all'autore (Alberto Capitta). Macomer, 27 ottobre 2007.

Editoria e letteratura sarde ora rivendicano un “marchio” esclusivo e orgoglioso (L'Altra Voce, 27 ottobre 2007)

Editoria e letteratura sarde ora rivendicano un "marchio" esclusivo e orgoglioso.
Non è solo identità ma una realtà affermata.

di Francesca Madrigali (L'Altra Voce, 27 ottobre 2007)


All'inizio era un sussurro nemmeno troppo timido, soffocato però dalle troppe voci italofone, ora è un grido che sa di orgoglio, rivendicazione della propria identità e anche un po' del «te l'avevo detto». L'editoria e la letteratura sarda non sono più un fenomeno sottotraccia, titolo dell'incontro svoltosi ieri a Macomer in uno degli spazi delle ex Caserme Mura che ospitano la settima edizione della Fiera del libro. Hanno partecipato alla tavola rotonda sul tema “La produzione letteraria in lingua sarda: un fenomeno sotto traccia” Antoni Arca, Francesco Cheratzu, Salvatore Fozzi, Gian Gavino Irde, Paolo Pillonca, Nicola Tanda, Salvatore Tola. Autori, editori e protagonisti a vario titolo del panorama culturale sardo, coordinati da Ottavio Olita, che hanno discusso della letteratura in lingua sarda come parte fondante del bagaglio culturale dell'isola, talmente importante da auspicare un futuro in cui la propria diversità culturale venga riconosciuta a livello mondiale, attraverso il simbolo più importante per un libro in commercio: il codice ISBN, ovvero il numero di 13 cifre (prima erano 10, ma ora tutti dovranno adeguarsi), posto di solito sopra il codice a barre nella copertina, che identifica univocamente un titolo, e solo quello.
L'apparentemente innocua sequenza di numeri nasconde invece importanti significati commerciali, “politici” e identitari: il 978 iniziale è il cosiddetto “codice libro”, l'88 è variabile ed è il codice identificativo del gruppo linguistico, ovvero della nazione, nel nostro caso dell'Italia; seguono il gruppo di cifre che individua l'editore, quello specifico del libro e l'ultima cifra, detta “di controllo”.
Francesco Cheratzu, delle Edizioni Condaghes, ricordando coloro che tempo fa affermavano che il sardo non fosse «adatto alle traduzioni dei grandi classici» o che non fosse possibile un correttore ortografico in sardo (eventi entrambi verificatisi con successo e nel caso della poesia, come ricorda Gian Gavino Irde, può anzi capitare che la traduzione renda Quasimodo «meno ermetico»), ha fatto presente la necessità di un codice identificativo a parte per la letteratura sarda. Ovvero, un numero diverso da quell'88 che oggi identifica un libro appartenente alla letteratura sarda come italiano.
Il significato è chiaro: la Sardegna ha un suo sistema linguistico, e una produzione letteraria corrispondente, e ha il diritto di chiedere un ISBN a parte che la renda immediatamente riconoscibile. Nessun integralismo identitario, ma «un riconoscimento a livello mondiale della nostra specificità, nonché una utilità commerciale per la letteratura sarda».
Non sarà facile, se si decidesse di portare avanti questa richiesta: i codici ISBN vengono forniti dall'agenzia Informazioni Editoriali, sotto la supervisione dell'AIE (Associazione Italiana Editori), ma i requisiti per la Sardegna ci sarebbero tutti. Il sistema linguistico innanzitutto, e poi la consistenza della produzione letteraria in lingua sarda. Il suo apparente paradosso sta soprattutto, da un lato, nell'essere sempre stata abbastanza ignorata dalle istituzioni, fatte salve le recenti dimostrazioni di sensibilità dell'assessore alla Cultura Maria Antonietta Mongiu, e dall'altro il poggiare comunque su numeri di tutto rispetto e su un'attenzione crescente.
Antoni Arca ha ricordato che a datare dal 1980, con l'uscita di una raccolta di racconti di Salvatore Patittu, sono reperibili 200 volumi di narrativa in sardo cui corrispondono circa 111 autori, più un centinaio di autori presenti nelle raccolte. Si tratta di un'ottantina di romanzi, alcuni con diverse ristampe, segno inequivocabile che il pubblico esiste e risponde alle sollecitazioni. Il problema è però la confusione che regna sotto il cielo dell'editoria sarda: dopo lo sviluppo vorticoso degli anni 80, ci si trova talvolta ad incontrare libri con il titolo in sardo ma scritti in italiano o viceversa, senza poterli chiaramente identificare, o vedere ignorati alcuni autori come l'agronomo Giuseppe Dessì che nel 1963-64 pubblicò per Fossataro due volumi interamente scritti in campidanese, che ebbero grande successo di pubblico e che per la cronaca sono stati comunque attribuiti all'altro Dessì, quello del ben più noto “Paese d'ombre”.
Il gradimento della produzione letteraria in lingua sarda sta forse nel fatto che in Sardegna la poesia, primo veicolo della letteratura, è sempre stata un po' ovunque, a prescindere dalla condizione sociale ed economica, come ricorda anche Salvatore Tola, autore di una antologia edita da Cuec. La tradizione dell'oralità ha conservato in salute la poesia e la prosa sarda, di cui hanno peraltro tracce già negli antichi condaghes.
A proposito di tracce, è interessante scoprire che - per quanto riguarda il formato digitale - l'archivio in lingua sarda più grande e più fornito sta attualmente su un server dell'Università di Berlino. Altro paradosso delle nostre risorse culturali, e altro elemento sul quale riflettere scansando i campanilismi e puntando piuttosto a una politica di discussione e di unione delle forze per uno scopo comune, per riconoscere appieno alla letteratura sarda l'importante ruolo che riveste nella definizione della sardità.

VIDEO: Studenti coinvolti (Macomer, 27 ottobre 2007)

Una studentessa del Liceo della Comunicazione di Macomer (incontro con Alberto Capitta).

Fiera del libro, è l’ora della notte bianca

MACOMER. Alla VII Mostra del libro in Sardegna per oggi è in programma una lunga e intensa giornata che si concluderà con la notte bianca nel centro di Macomer. Al mattino, ancora una volta saranno protagonisti i ragazzi con le letture, il teatro e gli spettacoli nello spazio dedicato all’animazione. Andrea Mameli coordinerà l’incontro degli studenti con gli autori di cui hanno letto i libri.
Per «La scuola adotta un libro sardo», gli studenti provenienti dalle scuole di tutta l’isola incontreranno Giorgio Todde, col quale parleranno di «Al caffè del silenzio», e Alberto Capitta, autore di «Il cielo nevica». I due libri li hanno letti in classe con la guida degli insegnanti. Alle 11, per lo «Spazio autori», Bruno Arpaia, Giuseppina Fois, Enrico Franceschini, Paolo Maccioni e Arturo Pascale incontreranno gli studenti e il pubblico. Alle 16, invece, incontro dedicato ai ragazzi con Stefania Costa, Elisabetta Randaccio, Massimo Spiga e Bepi Vigna.
Alla stessa ora, nel padiglione Filigosa, si terrà una tavola rotonda su «Il futuro del libro e la promozione della lettura da Gutemberg a Internet». Interverranno Aldo Addis, Roberto Coroneo, Daniele Di Gennaro, Vanna Fois, Valentina Francese, Sandro Ghiani, Gianni Marilotti e Giuseppe Mocci. Conduce Alberto Urgu. Nell’occasione verrà inaugurato il presidio del libro di Macomer “Verbavoglio”.
Alle ore 18, invece, per la sezione «La Sardegna e il mondo nelle pagine dei saggisti», dibattito con Daniele Barbieri, Andrea Mameli, Franco Meloni, Roberto Paracchini e Manuela Uda, che parleranno sul tema «Il futuro tra fantascienza e fantasia». Conduce Paolo Maccioni. Alle ore 19, «Spazio autori» con Mauro Pala che incontra Bruno Arpaia, Giancarlo Biffi, Enrico Franceschini, Antonio Pascale e Bepi Vigna. Si passerà quindi alla lunga notte bianca con spettacoli di teatro di strada, giocolieri, canti e balli dei gruppi folck e con le musiche della Banda di Macomer. All’interno della notte bianca, nella piazza dell’ex mercato civico si terrà lo spettacolo «Il cavaliere dei sardi: storie di Emilio Lussu», reading-concerto di «Prospettive Laterali». Alle 22,30, nelle vie principali della città incontri e letture con Fiorella Ferruzzi, Gian Carlo Biffi e i poeti di «L’Isola e la poesia». (t.g.t.)

Sardegna, un futuro da leggere

La Nuova Sardegna del 27 ottobre 2007

Trentaquattro editori e oltre duemila titoli alla settima fiera del libro promossa dall’Aes
Sardegna, un futuro da leggere
Argiolas: l’isola ormai è un fenomeno nazionale


DALL’INVIATO PAOLO MERLINI

MACOMER. Per il secondo anno consecutivo la mostra del libro di Macomer, la più importante rassegna dell’editoria sarda, si svolge a due passi dal centro della città, e la differenza di gradimento da parte del pubblico balza agli occhi non appena si varca l’ingresso dell’ex Caserma Mura, quella che ormai è stata individuata come sede definitiva. Sono lontani gli anni in cui (per ben cinque edizioni) la mostra era ospitata a tre chilometri da Macomer, in una struttura costruita per fiere zootecniche. La città ora sembra partecipare all’evento, anche se il maggior numero di visitatori viene chiaramente dal mondo della scuola. Ogni giorno i padiglioni della mostra vengono invasi da centinaia di studenti, coinvolti in incontri con gli autori e iniziative per la promozione della lettura. «Credo che da parte dei giovani ci sia, al di là dell’entusiasmo per una giornata di lezione fuori dalle aule, una partecipazione attiva», dice Mario Argiolas, patron della Cuec, una delle storiche e più apprezzate case editrici sarde, e presidente dell’Aes, l’associazione che riunisce gli editori dell’isola. «Quest’anno - continua - per la prima volta cinquecento ragazzi hanno letto, nei due mesi precedenti la mostra, i libri degli autori che sono presenti in questi giorni a Macomer. Giovedì c’è stato il primo incontro tra studenti e scrittori, e noi addetti ai lavori, gli autori in primo luogo, abbiamo riscontrato un interesse sincero e un desiderio di confronto che credevamo impensabile».
- Del resto, anche la nuova politica della giunta regionale a sostegno dell’editoria sembra andare in questa direzione, cioè nella promozione dei libri sardi nelle scuole...
«Quest’anno la Regione ha fatto proprio un nostro progetto con il quale volevamo porre fine alla polemica, per quanto ci riguarda superata, dell’editoria assistita. Abbiamo detto: se l’ente pubblico deve acquistare i nostri libri, facciamo in modo che poi non finiscano ad ammuffire in un magazzino, ma siano destinati a creare nuove fasce di lettori. La giunta ha sposato l’idea, e ha stanziato una prima somma di 500mila euro. Il problema è che non è sufficiente. Dagli istituti sardi sono arrivate duecento domande per la costituzione o il consolidamento delle biblioteche scolastiche. E visto che la stessa Regione prevede una somma di 25mila euro per costituire una biblioteca degna di questo nome, è evidente come quei fondi non bastino. Confidiamo perciò, visto che il progetto ha durata triennale, che gli altri stanziamenti siano adeguati alle richieste».
- Come avviene la scelta dei libri?
«Le scuole possono scegliere gli autori e i libri che ritengono interessanti, a fronte di un’offerta di circa quattromila titoli».
- Torniamo alla mostra di Macomer. Quest’anno c’è qualche novità rispetto al passato?
«Avrà notato che ognuno dei 34 editori presenti ha un proprio stand, al contrario delle edizioni precedenti. Questo perché crediamo che effettivamente ci sia stato un salto di qualità da parte di tutti. C’è poi un tema, intorno al quale ruota tutta la mostra, dai dibattiti agli spettacoli, che è Il futuro - Le parole e le idee per immaginarlo.L’altra novità è che qui non si presenta alcun libro, anche se sono proprio i libri il cuore della mostra... Abbiamo creduto che fosse meglio far discutere gli autori, tra loro e con il pubblico, metterli a confronto su temi di interesse generale, ovviamente connessi alla letteratura. Il futuro è uno di questi».
- Un futuro che sembra sorridere agli autori sardi, si pensi all’affermazione di molti scrittori sul piano nazionale, in alcuni casi internazionale. L’attenzione verso Agus, Todde e Niffoi, solo per citarne alcuni, parla chiaro. E non mancano i debuttanti di successo, come Alessandro De Roma.
La letteratura sarda vive davvero uno stato di grazia? «Penso proprio di sì. Ogni anno compaiono sulla scena nuovi autori, direi una decina, e almeno uno di questi riesce ad affermarsi. Per una regione piccola come la nostra mi sembra un dato che ha dell’incredibile. Proprio l’altra sera, in un dibattito su quella che viene definita la nouvelle vague sarda, abbiamo avuto la conferma che non si tratta di autocompiacimento, ma che ormai si guarda al caso Sardegna come a un fenomeno, si fanno tesi di laurea su questa nuova stagione che passa anche per il cinema e l’arte».
- Il successo riguarda soprattutto la narrativa. Cosa può dire della saggistica, visto che è anche l’attività prevalente della sua editrice, la Cuec?
«È chiaro che il successo degli scrittori di narrativa, e la grande visibilità di cui molti autori hanno goduto, ha offerto elementi di riflessione anche ai saggisti. Direi che ultimamente molti di loro hanno trovato un linguaggio più aperto verso il grande pubblico, meno accademico insomma, dove la dimensione del “raccontare” non è affatto secondaria. Penso per esempio al successo di un giovane come Alessandro Aresu».
- Sta disegnando un quadro idilliaco. Ma il numero dei lettori è proporzionale a quello degli ormai tantissimi autori sardi?
«In Italia si legge poco, come sa. E la Sardegna si colloca, statisticamente, accanto alle regioni del Centro. Stacca quelle del Sud, ma è abbastanza al di sotto delle medie più alte, che troviamo al Nord».
- Come invertire questa tendenza?
«Credo sia necessario fare sistema, dare vita a una forma di coordinamento tra le varie iniziative, dai festival ai presidi del libro. Una rete dove anche la mostra di Macomer abbia un ruolo di stimolo. Perché la spettacolarizzazione della cultura non sempre paga».

Tavola rotonda. La creatività in limba



Alla Mostra del Libro di Macomer non si parla soltanto di quello che sarà ma anche di quello che è stato. E che ancora non ha trovato pieno riconoscimento. Come l'esistenza di una letteratura tutta sarda. Se n'è parlato ieri sera in una tavola rotonda tra editori, studiosi e scrittori tra cui Antoni Arca, Paolo Pillonca, Nicola Tanda, Salvatore Tola e tanti altri. Proprio Arca ha ricostruito numericamente la storia dell'attuale letteratura in limba. Dal 1980 a oggi (quando uscì il primo libro di racconti, di Salvatore Patatu) sono stati pubblicati 200 volumi di 111 autori più altri 100 presenti nelle raccolte. Si contano 80 romanzi e sei ristampe. “Il livello medio di questa produzione ha uno standard internazionale - spiega Arca - si va dalla stupidaggine al capolavoro”. Capolavori dimenticati per mancanza di promozione e finanziamenti. Insomma, i soliti malanni dell'editoria. Tra le cause del mancato riconoscimento ufficiale dell'esistenza di una letteratura sarda, secondo Tola, c'è l'invasione catalano-aragonese che relegò il sardo a dialetto sostituendolo con latino e castigliano. Il riscatto avvenne soltanto più avanti con la nascita della prosa sarda, risalente ai Condaghes. Fino al miracolo degli anni Ottanta. Tra le tante richieste e soluzioni avanzate, il passaggio dei codici di identificazione internazionali dei libri (ISBN) dal sistema linguistico italiano a uno linguistico sardo. La proposta è dell'editore Francesco Cheratzu. (e.f.)

PREMIO A NIFFOI E' di ieri la conferma di un nuovo premio vinto da Salvatore Niffoi. Col suo ultimo romanzo “Ritorno a Baraule” (Adelphi), lo scrittore oranese si è aggiudicata la Terza edizione del Premio Letterario Internazionale di Narrativa Alessandro Manzoni, promosso dal Comune di Lecco in collaborazione del Centro Nazionale di Studi Manzoniani di Milano. “Alla ricerca della verità su se stesso, stremato dall'età e dalla malattia, il protagonista di questo giallo di respiro epico e solenne - si legge nelle motivazione della giuria - riscoprirà, accumulando le tessere di un mosaico tanto enigmatico quanto feroce, le passioni ancestrali di una terra che non conosce mediazione tra l'odio e l'amore. La Sardegna del romanzo di Niffoi parla la lingua densa e ispida, sospesa e irreale dei suoi paesaggi”.

27/10/2007

Il futuro comincia nell'Ottocento

Unione Sarda del 27 ottobre 2007

Alla Mostra del libro di Macomer si va alla riscoperta del romanzo, lo strumento antico che racconta meglio il futuro. Due giovani narratori come Stassi e Buonanno a confronto sul ritorno del Popolare. "La nuova letteratura sarda? E' a inizio corsa, se inciampa ora rischia grosso" Ma il pericolo non sembra imminente, e chi ha qualche dubbio si vada a leggere L'isola che sorprende e Cartas de Logu



DAL NOSTRO INVIATO
EMILIANO FARINA
Macomer. Indagare il futuro della letteratura è prima di tutto immaginazione, poi identificazione. Con cosa? Con storie ambientate nell'America del Sud, con tessuti narrativi rubati al romanzo popolare. Ma anche con la rielaborazione della tradizione ottocentesca. Il futuro della letteratura è discostare la geografia dalla realtà e trasformarla in un'invenzione del cuore.
Per trovare parole, idee e anticipare il domani del romanzo, la settima edizione della Mostra del libro di Macomer ha scelto due giovani autori: Errico Buonanno, romano, classe 1979 vincitore nel 2001 del premio Calvino e Fabio Stassi, 38 anni, siciliano, che nel 2006 ha pubblicato Fumisteria, premio Vittorini opera prima 2007.
Entrambi sognano il Sud America, volano con la fantasia a Montevideo e intingono le proprie storie in quel romanzo popolare che gli intellettuali nazionali hanno spesso e volentieri accolto con un caloroso vade retro . Stassi e Buonanno non appartengono ad alcun Rinascimento letterario regionale e nemmeno a una nouvelle vague che raccoglie il talento tra le sue braccia calde e consortili. Entrambi sono animati dalla voglia del romanzesco e del picaresco. Con L'Accademia Pessoa (Einaudi, 2007), Buonanno racconta la storia di un'associazione segreta di ex amanti del romanzo con sede in una polverosa soffitta di Montevideo che ordisce un complotto universale per distruggere la letteratura mondiale. Ma il piano fallisce per colpa di un romanzo infinito: la continuazione dei Promessi Sposi del Manzoni.
Stassi resta sempre in Sud America con E' finito il nostro carnevale (Minimun Fax, 2007): è la vicenda di un uomo, Rigoberto, che s'innamora di una statua, la Coppa Rimet. La inseguirà per tutto il Novecento. La Coppa Rimet si ispira alla figura di una bellissima modella di Siviglia, Consuelo Altamura Villarma che uscirà con Rigoberto una sera soltanto, gli darà un bacio e poi gli dirà: "Io sono come una speranza perduta".


Stassi e Buonanno immaginano il futuro del romanzo così: uno ambientandolo nel vero scandalo della Coppa Rimet: vinta dal Brasile fu quindi rubata e - si dice - fusa con un fornellino da campo da una gang argentina. L'altro su una storia di assoluta fantasia poggiata su canovaccio ottocentesco attualizzato e ispirato al grande romanzo popolare. Insieme allo sceneggiatore per fumetti, Bepi Vigna, i due autori si sono incontrati ieri in un dibattito sotto i tendoni della Mostra di Macomer. E, attraverso le loro esperienze hanno provato a raccontare il futuro del romanzo. Indicandone la via. Secondo Buonanno le nuove generazioni si stanno finalmente distaccando da una certa letteratura degli anni Sessanta molto teorica e psicologica per dedicarsi alla riscoperta dell'Ottocento e del grande romanzo popolare, alla rielaborazione delle storie di un secolo e mezzo fa: "L'unico modo per avere un'idea del futuro della letteratura". Una tesi, secondo Vigna, che si basa su una forma di sdoganamento di forme prima poco considerate. Gramscianamente, una sorta di blocco ad opera degli intellettuali incapaci di trovare un collegamento tra popolo e nazione. E il Sud America? Visto che "siamo una generazione che ha perso la speranza", il Sud America è il luogo dove quella speranza è conservata, il luogo dove si può ancora cambiare il mondo. Stassi sostiene che gli scrittori devono sporcarsi le mani e parlare nuovamente di storie e di storia. Sostiene che i giovani sentono la necessità di leggere storie come il rapimento di Aldo Moro o la morte di Pasolini. Che desiderano "libri più profondi che larghi. Libri che vadano più in verticale che in orizzontale".
Sulle note delle Prospettive Lateatrali, la voce di Giacomo Casti diventa quella di Rigoberto che si dispera per una donna-cosa che cercherà tutta la vita e non troverà mai. Così come si dispera (realmente) Stassi dopo aver fatto il calcolo di quanti libri riuscirà a leggere in tutta la vita: tremila. "Troppo pochi, soprattutto quando ho saputo che Bobbio ne leggeva diciotto a settimana". Dunque è meglio scriverli , i libri, così almeno certi brutti pensieri scivolano via.
E a proposito di gente che scrive libri, la Mostra di Macomer è l'appuntamento più completo in Sardegna per trovarli, quei libri: testi sardi di autori sardi che parlano di Sardegna. Dunque niente Montevideo, niente Sud America, niente grande romanzo popolare, niente canovacci ottocenteschi da rielaborare e attualizzare. Ma allora il futuro del romanzo non è lo stesso che oggi si celebra all'ombra dei nuraghi? Qui, in Sardegna, tra le oltre duemila pubblicazioni di Macomer c'è il presente, c'è un movimento di belle penne sarda che sta catalizzando l'attenzione di molti. Ma non c'è il futuro. Almeno non secondo la linea tracciata dai due autori chiamati dall'Aes (Associazione editori sardi) e dall'Associazione librai sardi indipendenti. Buonanno cambia diplomaticamente registro. Gli scrittori sardi sono tutt'altro che chiusi. Penso che stiano lavorando bene e che stiano creando una bella mescolanza. In questo momento l'Isola si trova a un punto di partenza: se si dovesse fermare sarebbe una storia finita. E' una bella responsabilità.
Stassi non cambia affatto registro e ribadisce il concetto. E' siciliano e di senso di appartenenza ne sa quanto basta. "Per tanti anni ho scritto storie ambientate in Sicilia, senza mai riuscire a pubblicare niente. Poi mi sono sbloccato e ho cercato di staccarmi dalle storie della mia terra. E' stato molto doloroso ma indispensabile". E' andato a cercare un'altra geografia. "La trasfigurazione è fondamentale e se ti allontani è meglio. Rifuggo dall'autobiografia perché è un'insidia". Per lui il futuro è non utilizzare la letteratura per dire le cose che si vogliono dire ma è mettersi al suo servizio. "Il localismo è un pericolo, la troppa voglia di raccontare la propria provincia rappresenta un pericolo. Bisogna lavorare sugli universali: per me, siciliano, Pirandello potrebbe benissimo essere tedesco. I sardi hanno Gramsci: chi più sardo, ma allo stesso tempo internazionale, di lui?". Il prossimo romanzo di Stassi è la storia di uno scacchista. Cubano.
Una risposta sulla questione dei tanti autori sardi che, in quanto tali scrivono solo di cose sarde, arriva dal libro L'isola che sorprende, presentato alla mostra dall'autrice, Anna Maria Amendola.
E' una tesi di laurea trasformata in un testo scientifico: analizza 300 libri di 80 autori sardi dal 1974 al 2006. Le conclusioni dello studio sono interessanti.
E' innegabile che esiste un bel momento per la letteratura isolana, anche rispetto ad altre regioni - sostiene l'autrice - ma questo senso di nouvelle vague percepita soltanto in Sardegna. Secondo la Amendola, tra gli autori che scrivono belle storie in quanto belle storie e non sarde ci sono Salvatore Niffoi e Milena Agus. E comunque, onore al merito per la capacità di promozione e comunicazione degli editori isolani (soprattutto Il Maestrale) che hanno saputo creare un movimento capace di sorprendere tutti. Uno scrittore sardo veramente universale? Sergio Atzeni.
Un'altra risposta arriverà invece domani con la presentazione di Cartas de Logu. Scrittori sardi allo specchio (Cuec 2007, 218 pagine, 12 euro). Da Francesco Abate a Bruno Tognolini, quarantadue scrittori mettono a confronto i due elementi che li contraddistinguono: essere sardi e scrivere libri.

27/10/2007

Limba, libros e iscola (Maria T. Pinna Catte)

Sa limba sarda podet sichire a bívere si babbos e mamas, jajos e jajas la faveddan in domo chin sos pitzinnos... Ma pro chi podat crèscher custa limba nostra depet intrare, paris chin sa cultura sarda, in tottu sas iscolas de sa Sardigna. Comente? Sas mastras e sos mastros an a imbentare milli maneras pro lis imparare su sardu a sos pitzinnos, chin jocos e contos, chin cantos e ballos, leghende e iscrivende. Ma pro custa faina bisonzat chi sos editores sardos facan libros pro sas iscolas, si in carchi modu accatan su dinare.
E bisonzat chi calicunu los iscrivat custos libros.
Deo, pro contu meu, soe trabballande dae bindich’annos pro s’iscola. Lassande a una banda su prozettu “Deo e su mundu”, chin sa Commissione Europea e chin s’editore Condaghes appo fattu unu prozettu multimediale “Su sardu jocande” pro s’iscola elementare: sun duos libros chin d-unu CD-Rom, inube b’at issenas de paliatzos e burattinos, fumicheddos, contos e cantoneddas.
Sa Rezone Sarda l’at mandau a tottu sas iscolas e l’at postu peri in Internet.
Annobas b’at àere un’àtteru prozettu, “Su Sardu jocande pro sos mannittos”: duos libros chin d-unu DVD, chin àtteros contos, issenas, fumicheddos e fintzas immàzines e pàzinas pro connòschere sa cultura sarda. Pro mene est unu piachere mannu a iscrívere in sardu pro sos pitzinnos.
Amus a bíere si est unu piachere pro issos a pompiare e ascurtare custu DVD, a leghere sos libros e a cumprèndere comente est fatta custa limba nostra e comente s’usat negossiande e iscrivende puru.

Maria Teresa Pinna Catte, iscritritze pro pitzinnos

venerdì 26 ottobre 2007

Il meglio della produzione sarda (Francesco Cheratzu)

Complimenti agli organizzatori della Mostra, il sacrificio degli anni scorsi sta dando i suoi frutti.
Le mostre del libro servono per avvicinare la gente ai libri e alla lettura. Sembra banale, ma è utile ripetere che libri e lettura sono inscindibili e qui si può veramente vedere il meglio della produzione sarda.
Francesco Cheratzu, edizioni Condaghes (Macomer, 26 ottobre 2007)

Le fiere sono essenziali per l'incontro (Antoni Arca)

Le fiere in quanto tale sono utilissime, sono il sale della vita, essenziali per lo scambio, l'incontro. Il limite di una mostra come questo è la limitatezza del mercato. Dovremmo essere in grado di calamitare editori esteri per acquistare diritti di traduzione.
Antoni Arca, scrittore (Macomer, 26 ottobre 2007)

Un contatto con la mia isola (Stefania Melis)

Quando il Blog mi è stato segnalato, sono stata più che felice. Per una sarda che come vive all'estero, precisamente dagli Stati Uniti, è davvero un piacere poter avere ancora una volta un contatto con la mia isola.
Per me, e mi immagino per molti di noi Sardi residenti all'estero, questi blog sono un fil rouge che ci permettere di mantenere legami con la Sardegna e con la cultura sarda. Tutte queste iniziative sono fonte di arricchimento anche per i miei studenti di italiano che sono sempre curiosi e affamati di cultura italiana e nella fattispecie sarda, dato che io insegno loro anche quella. Sarebbe bello poter avere degli scrittori in visita nelle università americane, grazie anche all'aiuto degli istituti di cultura italiana. Dato che sponsorizzano sempre Sicilia, Piemonte ecc., sarebbe bello se anche noi sardi fossimo i protagonisti una volta tanto Questi blog servono anche a fare conoscere all'estero la nostra cultura.
Grazie
Stefania Melis Orme (Salt Lake City, 26 ottobre 2007)

Una scuola viva e vitale (Giacomo Mameli)

Ho avuto il piacere – piacere vero, intenso – di discutere del mio libro “La ghianda è una ciliegia” con alcune classi di studenti del Tecnico di Tortolì e del Liceo Siotto di Cagliari. In precedenza alunni delle elementari (tanti, vispi, attenti) avevano commentato un libro di Antoni Arca sulle fiabe di Antonio Gramsci.
Che emozione vedere bambini di oggi confrontarsi sul bambino Gramsci di un secolo fa. E che osservazioni, e che belle domande ad Arca, che è stato bravissimo. Complimenti a tutti, alle maestre in primo luogo. Auguri ad Antoni Arca.
Poi è stato il mio turno nel padiglione “Filigosa” rimesso un po' a nuovo, più accogliente, più confortevole. Gli alunni di Tortolì hanno fatto una sintesi di ogni capitolo del libro. Lo hanno fatto in sardo e alcuni di loro mi hanno ricordati i testimonial del mio libro.
Perché io quelle storie le ho raccolte in sardo foghesino, e le ho trasformate in limba italiana. Loro hanno fatto il contrario. Sono tornati. Hanno fatto delle “brevi di cronaca”, ma efficaci, complete, hanno colto nel vivo il valore di quei personaggi, la loro caratura morale. E che bravi quei due ragazzi sorridenti con sassofono e chitarra.
Che dire delle domande dei giovani del Siotto? Curiosi, profondi, talvolta intriganti, indaganti. Bravi. Che bella quella domanda sul “dopo-libro” a Perdasdefogu, sul feed-back, sulla valorizzazione dell'uomo “comune” che nel libro assurge a uomo che fa la storia, protagonista vivo del suo tempo. Diceva Carlo Bo, mitico rettore dell'università di Urbino dove ho avuto il piacere di studiare, che ogni uomo è un pezzo di storia dell'umanità. Sì, lo sono anche Scòttula, Cazzàai, Coa Allutta, l'infermiere Pierino e il cavadenti Vittorio, tutti.
Due osservazioni, fattas cun su coru.
1) Questa scuola sarda è viva. Capace. Motivata. Ho conosciuti due insegnanti, Lucia Baiocchi (Siotto) e Francesca Mastio (Tecnico di Tortolì) eccezionali. Con insegnanti così la scuola è viva. È una scuola che quando vuole sa essere meglio di quella di ieri. Occorre darle strumenti. Una scuola che invita alla lettura è una scuola dinamica, moderna. Leggendo i libri di oggi e i classici di ieri. I miei complimenti anche alle altri insegnanti di cui non ricordo i nomi.
2) La Fiera del libro di Macomer, con la formula “La scuola adotta un libro”, ha trovato una formula inedita ed efficace. Questa iniziativa è importante, va potenziata, estesa a più scuole, anche con incontri successivi con gli autori. Ciò serve a far maturare gli autori ma anche i ragazzi che vincono la difficoltà di uscire all'esterno, di confrontarsi in pubblico. Che bello se gli alunni di Cagliari, Tortolì, quelli di Antoni Arca, quelli di Arbus e di Sorso, di Ballao e di Bosa, parlassero – nei loro paesi, nelle loro città - di tutti i libri che leggono. Che rivoluzione se la scuola, ogni scuola, sulla scia della Fiera di Macomer, semmai con la regia della Fiera del libro o dell'Aes, presentasse ogni settimana un libro al pubblico, in ogni scuola di ogni paese e città.
3) Grazie quindi a Macomer. Il mio libro era stato presentato alcuni mesi fa dagli alunni delle elementari di Santa Maria Navarrese. Lo avevo fatto diventare uno spettacolo teatrale. Alunni attori e insegnanti registi. Ecco perché la scuola sarda è viva. Ecco perché gli insegnanti capaci vanno proposti ad esempio e incoraggiati.

Ringrazio studenti, alunni, La Fiera del libro e tutti quelli che ci lavorano.
Giacomo Mameli

Ha aperto i battenti la Mostra del libro in Sardegna

MACOMER. La Mostra del libro in Sardegna ieri ha aperto i battenti al pubblico. Già dalla mattina la partecipazione è stata notevole. Molte le scuole che hanno raggiunto il complesso delle ex caserme Mura dove è stata allestita la fiera. Particolarmente affollato lo “spazio ragazzi”, che nella mattinata ha proposto letture, teatro e spettacoli e un interessante incontro degli studenti di alcune scuole della Sardegna con gli autori di «La ghianda è una ciliegia» di Giacomo Mameli e «I racconti di Nino» di Antoni Arca. I due autori hanno parlato con i ragazzi della loro esperienza di scrittura e hanno risposto al numerose domande. Sempre nella mattinata, per lo “spazio autori” si sono tenuti incontri con Olivia Crosio e Marco Tomatis.
Di grande interesse il programma per la giornata odierna. Lo “spazio ragazzi” aprirà nel pomeriggio dalle ore 16 alle 18 e proporrà incontri con Stefania Costa, Elisabetta Randaccio, Massimo Spiga e Beppi Vigna. Nella mattinata, alle roe 10,30 «La scuola adotta un libro sardo». Gli studenti di alcune scuole selezionate dall’organizzazione hanno letto «Adesso a poche ore da qui» di Enrico Pili e «Il cinghiale del diavolo» di Emilio Lussu e racconteranno al pubblico le loro esperienze di lettura e scrittura. All’incontro, coordinato da Andrea Mameli e Roberto Serra, parteciperà Enrico Pili. Alle 11,30 un incontro con Enrico Buonanno, Fabio Stassi e Beppi Vigna. Seguirà «É finito il nostro carnevale”, reading a cura di «Prospettive Laterali».
Nel pomeriggio, alle ore 17 si terrà una tavola rotonda sul tema «La produzione letteraria in lingua sarda: un fenomeno sotto traccia». Ne parleanno Antoni Arca, Francesco Cheratzu, Salvatore Fozzi, Gian Gavino Irde, Paolo Pillonca, Gianfranco Pintore, Nicola Tanda e Salvatore Tola. Condurrà Ottavio Olita. Alle ore 18,30 spazio agli autori. Roberto Serra incontrerà Alessandro De Roma, fresco vincitore del Premio Dessì, Brunella Schisa e Antonio Forcellino. Alle ore 20, «Tutte le Americhe», reading-concerto a cura di «Prospettive Laterali» con Giacomo Casti (narrazione e regia), Stefano Rachel (pianoforti e orchestrazioni), Cristina Racca (canti e canzoni), Corrado Loi (linee di ambienti sonori), Eugenio Aresu (ritmi).
La fiera del libro va oltre le manifestazioni in programma nel complesso delle ex caserme Mura, le mostre e i laboratori allestiti nel centro storico. L’Associazione librai sardi e l’associazione culturale Verbavoglio hanno promosso gli incontri a cena con gli autori, che nei ristoranti di Macomer proporranno una serie di letture. (t.g.t.)

Macomer capitale della cultura

Ieri la giornata piovosa non ha favorito l'affluenza di pubblico, gli albergatori lamentano poche presenze
Macomer capitale della cultura
Una mostra del libro con 2000 titoli e 34 editori

I dati medi delle passate edizioni parlano di seimila copie vendute per un giro d'affari di 15mila euro.
Mentre un centinaio di bambini fanno il trenino insieme a maestre e animatrici nella sala dei piccoli, un paio di loro si aggirano in quella dei grandi. Hanno un'aria sospetta e osservano il cofanetto che contiene l'Iliade e l'Odissea tradotte in sardo. Salvatore Tola, consulente per il libro a disposizione dei clienti della settima edizione della Mostra del Libro in Sardegna (il tema è Il futuro. Le parole e le idee per immaginarlo ) inaugurata mercoledì a Macomer, li guarda con soddisfazione. «Che volete, in fondo questa manifestazione è nata per loro. Dove mai si vedono bambini che s'interessano a Omero, per di più in sardo?».
SALTO DI QUALITÀ Da intercomunale e destinata principalmente alle scuole, la rassegna in corso fino a domenica nell'ex Caserma Mura, dal 2001 è diventata regionale. E oggi si ripropone al pubblico sventolando i tre obiettivi per cui è nata: dare la possibilità agli editori sardi di diffondere la produzione regionale, coinvolgere le scuole per invogliare alla lettura gli studenti e valorizzare le zone interne. Difficile dire se i tre bersagli siano stati centrati, sfiorati o sbagliati. Dovendo affidarsi alle sensazioni, giornata di pioggia a parte (e dunque scarsa affluenza), l'idea che prevale su tutte è che con i suoi oltre 2mila titoli esposti da 34 case editrici su un'area di 3mila metri quadrati, il padiglione Tamùli è sicuramente la più appagante e completa libreria isolana. E potrebbe anche bastare così. Le altre arti come musica, teatro o cinema (come riporta la locandina) appaiono come ingredienti superflui per insaporire un piatto già ben condito. I dati di vendita medi delle passate edizioni (confermati dall'Associazione sarda editori) parlano di circa 800 - 1000 titoli venduti per un totale di 6mila copie. Il giro d'affari si aggira sui 15mila euro. «A comprare di più sono soprattutto i residenti dell'interno - spiega Mario Argiolas, presidente dell'Aes - abbiamo scoperto che sono accaniti lettori e, visto che le librerie latitano, per loro questa è un'occasione unica».
VISITATORI MORDI E FUGGI Il visitatore tipo della rassegna arriva un po' da tutta l'Isola ma entra nei padiglioni di via San Lussorio, guarda, compra e se ne va. Insomma, non si ferma in città più di tanto. Dall'Hotel Margherita di via Vittorio Emanuele dicono che al momento non ci sono prenotazioni per il fine settimana e che le stanze vengono occupate soprattutto dagli organizzatori della mostra. «Purtroppo la pubblicità è stata fatta soltanto qualche giorno prima dell'inaugurazione e forse le brochure andavano diffuse prima», sottolineano dalla reception. Dall'albergo Su Talleri, Lia Manconi conferma la tendenza: «Nessun turista ma molte stanze sono occupate dal personale della rassegna». Prenotazioni per il fine settimana? «Per ora niente. Comunque va bene così, ci adattiamo a quello che viene. In fondo Macomer è un po' morto come tutti gli altri paesi. Certo, se la mostra fosse stata a settembre sarebbe stato meglio».
RINASCIMENTO LETTERARIO Mentre nello spazio autori una trentina di spettatori stanno per assistere al dibattito sul cosiddetto rinascimento letterario sardo, Argiolas parla della creatura che organizza insieme a una schiera di colleghi e associazioni. «La direzione è collegiale e quindi non è possibile nominare un responsabile unico come vorrebbe qualcuno. E comunque la fiera non si sposta, resta a Macomer. Ce l'hanno confermato la Regione e le istituzioni locali, anzi ci hanno promesso che aumenteranno i finanziamenti. Ma sono polemiche che qua non hanno peso, forse ce l'hanno a Cagliari». Ma siamo davvero nell'epicentro del rinascimento letterario sardo? «Ma no, sono definizioni di comodo che non piacciono nemmeno a noi - risponde Argiolas - diciamo che come non abbiamo avuto un medioevo letterario non abbiamo nemmeno un rinascimento. Sarebbe meglio dire recupero delle nostre radici».
EMILIANO FARINA

26/10/2007

giovedì 25 ottobre 2007

Benvenute siano le scuole! (Giuseppe Mocci)

Il futuro del libro sta forse, paradossalmente, proprio nelle sue radici. Potrà cambiare il “format” attraverso il quale viene percepito dal lettore (ben venga quindi internet, il libro elettronico, google e la mutimedialità) ma rimane immutata la sua valenza “archetipica”.
Dobbiamo immaginiare il futuro del libro già a partire da questo presente.
La fiera, quindi come punto di incontro per gli operatori della filiera, per i lettori, ma anche e sopratutto come punto di partenza per il nuovo percorso che ci attende faticoso.
Questa fiera, al di là dei suoi evidenti meriti, della sua crescita ed anche dei limiti oggettivi, ha già raggiunto un primo utile risultato se riesce a farci ed a far discutere intorno al libro e se riesce a far maturare rinnovati impulsi verso i prossimi obiettivi.
Se si può pensare, evocando simbologie e grafismi già noti, la fiera stessa come un grande libro… allora stiamo inserendo l’incipit. Fanno bene gli intellettuali sardi ad auspicare un “Progetto” (purché sia condiviso dal basso e quindi partecipato) ancora troppo lontano dal trovare facile realizzazione. A mio avviso, non può essere l’unico rimedio, anche se, e ne sono certo, arriverà presto.
Possiamo immaginare, anche con il supporto dei politici locali, anche una fiera del mediterraneo da realizzarsi in Sardegna. Chiediamo troppo?
La fiera, quindi, e le fiere come motivo di innesco per altri eventi “piccoli”, quasi invisibili, da tenersi nei “non luoghi” della lettura tradizionale ma proprio per questo motivo, più significativi, ad esempio nei piccoli centri abitati privi di librerie e di biblioteche, che ben si sposano con il silenzio della lettura, distanti dall’eccessivo “rumore” mediatico. Proprio attraverso questi “non luoghi” vanno gettati i semi del futuro lettore, di quello incerto, morbido, debole, del non lettore disponibile tuttavia a “passare dall’altra parte”.
Ci sono poi, altri semi che dobbiamo piantare, senza fretta, nei luoghi, questa volta sì “canonici” della lettura e sono quelli del mondo “scuola”, dobbiamo avere il coraggio di cominciare proprio da quel segmento, che rappresenta indubbiamente, l’investimento più importante. Non possiamo prescinderne, dobbiamo convincerci che il nostro patrimonio culturale sia linfa vitale per la formazione dei futuri cittadini/lettori. Il rischio peggiore che invece pare continuamente realizzarsi passa attraverso una globale confusione culturale.
Che fine ha fatto l’autonomia scolastica didattica e curricolare? Quanti e con quale qualità i docenti la utilizzano?
Dobbiamo avere la forza di affiancarci a tutte le forme di omologazione culturale ben presenti nell’universo “giovanile” e tentare il sorpasso. Questo obiettivo sarà raggiungibile con un progetto, non tanto e non solo di generica educazione e di presidio alla lettura, quanto con un intelligente intreccio di tutte le componenti del mondo editoriale.


Giuseppe Mocci (Aipsa edizioni)

La mostra inizia dalla scuola

Le attività della Mostra del libro hanno preso il via questa mattina con un incontro che ha visto protagonisti gli studenti della Scuola Elementare Antonio Gramsci di Ghilarza e della Scuola Media Luigi Binna di Macomer, per l'incontro con Antoni Arca, autore de I racconti di Nino.

Nella seconda parte della mattina, i ragazzi del Liceo Siotto di Cagliari insieme a quelli dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Tortolì hanno incontrato Giacomo Mameli, autore del libro La ghianda è una ciliegia, presentando il frutto del lavoro svolto in classe con gli insegnanti.

Tante domande per l’autore, tanti spunti di riflessione e una rilettura in sardo di alcuni capitoli del romanzo offerta dagli studenti di Tortolì: un modo speciale per rendere omaggio allo scrittore ogliastrino.

Inaugurazione (Macomer, 25 ottobre 2007)

Marco MuraIl sindaco di Macomer, Marco Mura, inaugura la settima mostra del libro in Sardegna. (Macomer, 25 ottobre 2007. Foto: Carla Serra)

Aperta in nome di Gramsci la settima mostra del libro

Aperta in nome di Gramsci la settima mostra del libro
A Macomer il taglio del nastro della fiera.
Affidata ad Angioni e Mannuzzu la lettura di alcune pagine scelte

MACOMER. Con una serata dedicata ad Antonio Gramsci si è aperta la 7ª edizione della Mostra del libro in Sardegna. Subito dopo l’inaugurazione col taglio del nastro da parte dell’assessore regionale alla Cultura, Maria Antonietta Mongiu, gli scrittori Giulio Angioni e Salvatore Mannuzzu hanno letto e interpretato pagine scelte dello scrittore e filosofo di Ghilarza. La grande festa del libro sardo ha preso il via ieri pomeriggo con un incontro impegnato.
Nei prossimi giorni, fino a domenica, si discuterà di letteratura, si terranno dibattiti sul “fenomeno editoriale sardo” che continua ad acquisire lettori, soprattutto fra i più giovani e nella “fascia debole”, quella che non legge più di due o tre libri all’anno. Tutti gli incontri si tengono nel complesso ristrutturato delle ex caserme Mura. Nei due padiglioni e nelle tensostrutture allestite nell’area esterna del complesso sono esposti i libri, più di 2500 titoli proposti da 34 editori sardi che partecipano alla rassegna.
Obiettivo degli organizzatori, in primo luogo l’Associazione editori sardi e l’Associazione librai sardi indipendenti che si sono impegnati nel mettere a punto la rassegna, è quello di raggiungere e superare i 20.000 visitatori dell’edizione precedente. Lo fanno con un programma fitto di appuntamenti che vanno dalle letture alle tavole rotonde, dagli incontri con gli autori ai reading musicali, dalle relazioni dei grandi esperti dell’editoria nazionale alle esposizioni dei libri, il meglio dell’editoria sarda che nei prossimi giorni sarà in vetrina a Macomer.
Il tema dell’edizione 2007 della Fiera del libro in Sardegna è “Il futuro e le parole e le idee per immaginarlo”. Pensando al futuro la rassegna si rivolge ai giovani, ai ragazzi che si avvicinano al libro e alla lettura. A loro è rivolta l’iniziativa “Adotta un libro”, che si realizza attraverso le scuole con gli studenti che commentano con gli autori un libro sardo che hanno letto in classe guidati dall’insegnante.
L’iniziativa parte da lontano: ideata negli anni scorsi dai presidenti dell’Associazione editori sardi, Mario Argiolas, e dell’Associazione librai sardi indipendenti, Luciana Uda. Le due associazioni e il comune di Macomer hanno lavorato a stretto contatto per la riuscita della rassegna.
Tito Giuseppe Tola - La Nuova Sardegna - 25 ottobre 2007

Inaugurata ieri la settima edizione della mostra regionale (L'Unione Sarda, 25 ottobre 2007)

Novità editoriali e tanti eventi culturali, tra i protagonisti anche cinquecento studenti
Libri sardi in vetrina a Macomer
Inaugurata ieri la settima edizione della mostra regionale
Assente il presidente Soru all'apertura dello spazio espositivo di tremila metri quadri. Il sindaco Marco Mura: «Salto di qualità»

Stemperata dai canti del coro Città di Macomer, l'attesa dei visitatori per l'inaugurazione della VII mostra del libro è stata spesa a discutere delle prospettive del settore e ad apprezzare, seppur furtivamente, un allestimento che quest'anno può contare su un numero sempre più consistente di volumi. Solo dopo l'arrivo dell'assessore regionale alla cultura Maria Antonietta Mongiu, bloccata a Cagliari da una riunione di giunta (la stessa che ha evidentemente impedito al presidente Renato Soru di essere a Macomer), l'esposizione che si concluderà domenica ha infatti preso ufficialmente il via. Un ritardo di un'ora presto dimenticato dal pubblico richiamato dall'allettante serata gramsciana, che da quel momento in poi ha potuto scorrere la rassegna di titoli (2500) e apprezzare la cura dell'allestimento. Un'esposizione di tremila metri quadrati che avrà come protagonisti anche cinquecento studenti che ogni mattina parteciperanno ai dibattiti in programma.
GLI ALLESTIMENTI Quest'anno le opere non sono state suddivise per temi e generi ma a seconda della casa editrice che ne ha curato la pubblicazione. Saranno dunque gli editori a gestire lo spazio espositivo, coincidente con il Padiglione Tamuli, così da intrattenere un rapporto e un confronto diretto col pubblico.
I SALUTI DEL SINDACO A formulare gli auspici della vigilia è stato il padrone di casa, il sindaco Marco Mura: «Per l'amministrazione è un onore procedere all'inaugurazione di una mostra che, maturata negli anni, ha oggi compiuto il salto di qualità a cui aspiravamo. Dopo l'esperienza dell'impianto fieristico del Monte di Sant'Antonio, l'evento è accolto in una struttura che, inserita nel tessuto urbano, appare funzionale rispetto alle finalità che la manifestazione si propone». Un pieno connubio tra Macomer e la sua mostra, inserita nella programmazione culturale regionale come evento di spicco che quest'anno coinvolge anche la casa Attene e di Melchiorre Murenu e il Museo delle Arti antiche, dove sono ospitati molti appuntamenti.
GLI ALTRI INTERVENTI Soddisfazione è stata espressa anche dall'assessore comunale alla cultura, Gigi Muroni che, dopo aver riconosciuto i meriti delle tante anime della mostra (spesso costrette a lavorare nell'ombra), ha auspicato «il venir meno dei limiti burocratici che assillano l'organizzazione dell'appuntamento, per Macomer occasione di riscatto economico e culturale, un sempre maggiore coinvolgimento delle scuole della Sardegna, un sapiente equilibrio tra le esigenze dei privati e degli Enti pubblici e il potenziamento dell'intero sistema bibliotecario della Sardegna». E sulla necessità di operare in sinergia hanno insistito Mario Argiolas e Aldo Addis, rispettivamente presidente dell'Associazione degli editori sardi e dell'Associazione dei librai indipendenti: «La mostra del libro deve essere punto di partenza per la programmazione delle attività che ruotano attorno a un mondo culturale». Mondo che Maria Antonietta Mongiu, ha definito in fermento. «La Sardegna - ha detto l'assessore - è protagonista di una stagione culturale straordinaria, frutto di occasioni che, proprio a Macomer, trovano la loro sintesi».
MANUELA ARCA - L'Unione Sarda - 25/10/2007

********************

Gli scrittori
Oggi incontro con Abate, Stassi e Carlotto
Entra nel vivo la mostra regionale del libro di Macomer.
Oggi dalle 10 alle 12,30, nello spazio ragazzi, ci saranno letture, esibizioni teatrali e spettacoli. Sempre in mattinata, dalle 10,30 gli studenti incontreranno Giacomo Mameli, autore del libro La ghianda è una ciliegia, e Antonio Arca che ha scritto I racconti di Nino. Alle 11, nello spazio autori, Olivia Crosio e Marco Tomatis incontreranno il pubblico. Dalle 16 alle 18 è invece previsto l'appuntamento con Stefania Costa, Elisabetta Randaccio, Massimo Spiga e Bepi Vigna. Alle 17, all'interno di Piccola patria, Amalia Maria Amendola, Salvatore Mannuzzu, Luciano Marroccu, Alessandra Menesini, Peppe Podda, e Carlo Serafinisi parleranno di Sardegna e mondo nelle pagine dei saggisti, con il coordinamento di Costantino Cossu. Subito dopo, alle 18.30, gli scrittori Francesco Abate, Massimo Carlotto e Fabio Stassi si confronteranno sul Futuro da leggere. Alle 20, nel padiglione Filigosa, ci sarà un concerto con lettura scenica, ideato da Stefano Tassinari. Dalle 21,30 tutti a cena per un ultimo confronto con gli autori. ( m. a. )
L'Unione Sarda - 25/10/2007

La valorizzazione della progettualità (Vanna Fois)

Come in un set cinematografico le mostre del libro si presentano periodicamente come una sorta di ciak! si gira!... E l'azione del “mostrarsi” sembra appunto iniziare (e finire) per la durata di quella determinata sequenza. Ma è il film – quando ci troviamo di fronte a un autentico progetto cinematografico – che darà senso a ciascuna e a tutte le sequenze, il senso, appunto, di quel “mostrarsi”. Ciò che invece a me sembra che talvolta si perda, purtroppo, nei set delle mostre librarie, è proprio il progetto, il senso del progetto, il suo racconto, che si snoda e realizza nel tempo lungo del lavoro. Le mostre si allestiscono e si consumano nell’arco di un pugno di giorni, sono un punto d’arrivo a se stante, mentre invece dovrebbero essere un punto di partenza, di confronto e rilancio di nuova progettualità e rendere il SENSO COMPIUTO del lavoro editoriale. Lungi dall’essere una mera vetrina e, in un’ultima analisi, una piatta copertina, devono saper raccontare la pluridimensionalità dell’oggetto e del tempo della sua creazione, il tempo lungo del lavoro, dell'elaborazione, della creatività e, soprattutto, dei CONTENUTI di un libro, di una serie di libri, di un catalogo, di più cataloghi, e anche di una terra come la nostra, fatta anche di libri...

Vanna Fois, Ilisso Edizioni

Il libro va a cercarsi i nuovi lettori. (L'altra Voce, 24 ottobre 2007)

A Macomer editori e scrittori nella mostra che semina e raccoglie idee
Matteo Bordiga

Una sorta di grand reunion degli stati generali della letteratura isolana. Per fare il punto sul mercato editoriale, che nel territorio sardo sta facendo registrare significative impennate, e sulle strategie di promozione e diffusione dei libri. Ma anche per confrontarsi con i lettori e gli operatori culturali sulla qualità e la varietà dell'offerta letteraria.

La settima edizione della Mostra del libro in Sardegna, che si apre oggi a Macomer, sarà un'occasione per toccare con mano la conclamata “nouvelle vague” letteraria che negli ultimi anni sta investendo l'Isola. Con una pletora di nuovi autori, tessitori di romanzi e racconti di tutte le età, che stanno sprigionando la loro creatività e si stanno affermando anche al di fuori dei confini regionali. Ma soprattutto (e questa è la notizia) con un risveglio di chi i racconti li scopre, li interiorizza: i lettori sardi, sempre più interessati a immergersi nei mondi fantastici disegnati dagli scrittori. In universi narrativi non necessariamente legati a realtà regionali o provinciali, ma sempre più “cosmopoliti” e aperti al confronti con l'alterità (come l'ultimo libro di Nicola Lecca e Laura Pariani, Ghiacciofuoco, ambientato negli angoli più disparati e reconditi del pianeta).

Allestita nei tremila metri quadri dell'ex caserma Mura, l'esposizione rimarrà aperta fino al 28 ottobre con il coinvolgimento di 34 editori sardi, librai e scrittori isolani. Intorno al protagonista “libro” ruoteranno momenti dedicati a dibattiti, incontri con autori, letture, animazione, teatro, musica e cinema ospitati sia nei padiglioni della caserma che nel centro storico. Dove, per l'occasione, riapriranno al pubblico Casa Attene, Casa Melchiorre Murenu, Casa delle arti antiche e la chiesetta di Santa Croce.

«La mostra regionale del libro rappresenta un'importante vetrina di promozione culturale», ha detto l'assessore comunale alla Cultura Luigi Muroni, «ma, al tempo stesso, un'opportunità di rilancio economico del territorio, sofferente per la crisi industriale». L'assessore regionale alla Cultura, Maria Antonietta Mongiu, ha rimarcato che «la Sardegna sta registrando, in questi ultimi anni, un aumento del numero dei lettori in corrispondenza, soprattutto, dell'incremento delle opportunità di lettura. In parallelo, è cresciuto il numero degli scrittori sia per quantità che per qualità».

L'evento, inserito in un più ampio progetto di valorizzazione e tutela dei beni culturali a livello nazionale, sarà accompagnato anche da iniziative collaterali, quali il concorso estemporaneo di pittura a tema negli esercizi commerciali della cittadina. Senza dimenticare, sabato 27 ottobre, la “Notte bianca”, con l'apertura dei negozi e concerti di artisti di strada. La mostra coinvolge anche le scuole con il progetto “La scuola adotta un libro sardo” e, in particolare, 500 alunni di 20 classi del territorio. I quali, durante l'anno scolastico, con la collaborazione entusiastica degli editori hanno approfondito letture su autori sardi. È attivo, inoltre, fin da oggi il blog dedicato alla rassegna di Macomer con informazioni, immagini e spazi per gli interventi liberi.

«Questa kermesse sarà un momento di sintesi delle tante attività di promozione, valorizzazione e diffusione letteraria che svolgiamo durante l'anno», ha detto Mario Argiolas, presidente dell'Aes (Associazione Editori Sardi), «dal momento che saranno presenti davvero tutti: editori, librai, biblioteche, associazioni letterarie e Presìdi del libro. Ma soprattutto saranno presenti i lettori. L'obiettivo di queste manifestazioni, infatti, è conquistare una fascia quanto più possibile ampia di non lettori o lettori potenziali».

Posto che in Sardegna il numero di coloro che stanno imparando ad amare i libri è in aumento, a livello nazionale fanno fede i risultati delle ultime indagini condotte da Istat e Ipsos: «Il dato è chiaro: in Italia sono ancora tantissimi i non lettori», osserva Argiolas, «dal momento che nel 60% delle case non entra neppure un libro. Il che ci fa arrancare e sfigurare rispetto a tantissime altre realtà europee. Tuttavia, da qualche anno la Sardegna si sta contraddistinguendo per la sua intensa attività di diffusione della lettura: attraverso festival, iniziative, mostre e fiere stiamo portando i libri in tutte le zone dell'Isola. Oggi questa attività si è capillarizzata; in un certo senso, fungiamo da battistrada per le altre regioni. Che, del resto, hanno già iniziato ad imitarci».

Secondo Argiolas, ciò che sta davvero favorendo l'affermarsi della passione letteraria è la rinnovata disponibilità di infrastutture: «La Regione ha stanziato 500mila euro per fornire libri scritti da autori sardi alle biblioteche scolastiche. Ebbene, abbiamo accertato che la domanda ha superato di gran lunga l'offerta: la richiesta delle biblioteche è fortissima. Per soddisfarla occorrerebbe almeno raddoppiare i finanziamenti». Segno che, quando si impiegano risorse consistenti, si ottiene un riscontro «stupefacente da parte della popolazione. La gente non è apatica o pigra. Si interessa al libro, alla narrativa, all'approfondimento culturale. Ma bisogna creare occasioni di lettura, mettere in campo gli investimenti. Se si offre la possibilità di usufruire dei libri, la risposta delle persone è euforica».

In questo caso, le scuole hanno dimostrato curiosità, spirito di iniziativa e apertura nei confronti di un prodotto artistico e culturale come il libro: «Partendo da questi presupposti si può pensare di rilanciare e diffondere l'arte fra la gente», osserva Argiolas, «invogliando i sardi a scoprirla e ad approfondirla: noi dell'Aes, per primi, siamo pronti a organizzare anche incontri a scuola tra gli alunni e gli autori. Per portare nelle classi tutta la freschezza, la vitalità e la quotidianità della letteratura».

mercoledì 24 ottobre 2007

I piccoli peccati della mostra del libro (L'Unione Sarda, 24 ottobre 2007)

marci La Mostra del libro sardo che oggi si inaugura rappresenta, a suo modo, una vicenda esemplare. Nata sette anni fa, a Macomer per una felice intuizione dell'assessore Pasquale Onida, ha cercato di conseguire tre principali obiettivi: offrire una rassegna della produzione editoriale, costruire un rapporto più saldo fra il mondo della scuola e il libro, creare un "polo di sviluppo" culturale in una zona centrale della Sardegna. In una situazione serena dovremmo fare un bilancio e chiederci se tali scopi siano stati conseguiti e se esista un rapporto virtuoso fra investimenti effettuati e risultati ottenuti. E comunque lo facciamo, questo bilancio, sia pure in breve, per dire dei passi compiuti, dagli esordi nella fiera del bestiame di Sant'Antonio alla sistemazione in locali del centro di Macomer, restaurati e (quasi) idonei alla nuova destinazione. La vetrina dei libri è diventata sempre più ampia e non rappresenta solo la produzione isolana; il rapporto con le scuole è cresciuto e, in qualche caso, ha dato luogo a momenti entusiasmanti; i visitatori sono aumentati e il centro Sardegna diviene, per alcuni giorni, la capitale culturale dell'Isola. Tutto bene, dunque? Non proprio: si sarebbe potuto fare di più e meglio, si sarebbero dovute superare le lentezze tipiche delle gestioni pubbliche, anche individuando una figura di responsabile (quale per la Fiera del Libro di Torino è Ernesto Ferrero) capace di definire meglio un progetto da rinnovare anno per anno con il contributo di tutti i soggetti interessati. Purtroppo, però, su quella Mostra si sono appuntate le non cristalline attenzioni di gruppi privati che hanno seguito la stessa strategia tante volte applicata in altri campi, dalla scuola alla sanità, e che consiste nell'approfittare dei limiti di un'iniziativa pubblica - comunque orientata agli interessi della collettività - per dirigere i finanziamenti verso intraprese di singoli, anche meritevoli, ma che non corrispondono a generali interessi. Gli editori sardi sono stati dipinti come un'accolta di profittatori; del lavoro compiuto da tanti che nel corso di un lunghissimo tempo hanno fatto convergere competenze diverse verso un comune obiettivo, si è parlato come di una perdita di tempo; della scuola, come è noto, importa a ben pochi, in Sardegna. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, e non c'è bisogno di ricordare che anche le Province del medesimo orientamento politico dell'amministrazione regionale, ne criticano i comportamenti di accentuato soggettivismo e gli scarsi risultati ottenuti proprio nel campo dell'istruzione. Uno dei motivi di tale fallimento può essere questo: che a un progetto di Mostra del libro al quale partecipassero da protagonisti migliaia di soggetti, è stato opposto quello dello scrittore che parla dalla finestra alle folle plaudenti. Un nonsenso: per giunta profumatamente pagato col danaro di tutti.
Giuseppe Marci - L'UNIONE SARDA - 24.10.2007

Studenti ITI Tortolì, Macomer 27 ottobre 2006.

Studenti della IV B dell'Istituto d’Istruzione Superiore ITI di Tortolì (accompagnati dall'insegnante di italiano Francesca Mastio) illustrano le tavole del fumetto satirico (protagonisti alcuni dinosauri) con il quale hanno deciso di parlare in maniera originale del libro di Piergiorgio Pinna, La Sardegna prima della storia, per il progetto La scuola adotta un libro sardo. Macomer, 27 ottobre 2006. Foto: Andrea Mameli.

Suk di libri e nouvelle vague

Il Sardegna, 24 ottobre 2007 Un laboratorio di idee, tra reading, conferenze, notti bianche di lettura, convivi vis a vis con gli scrittori, e un osservatorio sull'editoria. Da stasera la Mostra del libro di Macomer sarà un palcoscenico comune per i lettori «senz'altro in aumento, almeno in base ai dati sull'accesso nelle biblioteche in Sardegna», dice l'assessore regionale alla Cultura, Maria Antonietta Mongiu e gli autori, questi ultimi davvero in fermento nella vetrina isolana. Per cinque giorni negli spazi dell'Ex Caserma Mura i riflettori daranno lustro alle produzioni sarde: dai più giovani romanzieri come Alessandro De Roma, novello vincitore del Premio Dessì, a un colosso della letteratura dell'Isola, Salvatore Mannuzzu fino a Giulio Angioni e Giacomo Mameli. L'aumento di produzioni che, secondo la Mongiu, è sinonimo di humus letterario: «Quasi un fenomeno. Ma quello che interessa è anche riuscire ad attirare le fasce deboli di lettori, per questo Macomer oltre ad offrire opportunità di confronto ai singoli e alle scuole, contribuiscono a creare spessore, occupandosi dell'istruzione come obiettivo primario». Nel programma della fiera pochi spot, spazio alle parole. «Abbiamo oculatamente evitato di inserire le singole presentazioni dei libri», spiega Mario Argiolas, presidente dell'associazione Editori sardi. «L'intento è discutere di letteratura e conquistare nuovi lettori». In mostra trentaquattro case editrici dell'Isola, ma ci saranno presenze di rilievo nazionale come Minimum fax, un cartellone di appuntamenti che spazia dai convegni più aulici, il primo, (questa sera alle 19) è dedicato ad Antonio Gramsci, con Angioni e Mannuzzu, fino a pièce e concerti. Domani, dalle 10, l'apertura del programma per ragazzi (con le iniziative Adotta un libro), tra le conferenze, che quest'anno tendono a interrogarsi sulla nouvelle vague in Sardegna, l'intervento di Alessandro De Roma (venerdì, alle 17), e la tavola rotonda Gli scrittori sardi allo specchio dell'identità (domenica, alle 18 e 30). Da non perdere il punto sull'editoria coordinato dal critico Massimo Onofri con Ernesto Ferrero e Pierluigi Sacco. Per informazioni e contributi la mostra di Macomer ha aperto un blog: http://mostralibro.blogspot.com/

Da oggi al via a Macomer la Fiera del libro

LA NUOVA SARDEGNA - 24.10.2007
Sino a domenica un fitto programma di incontri con gli autori e di dibattiti
MACOMER. Apre i battenti oggi la 7ª edizione della Mostra del libro in Sardegna. L’inaugurazione, prevista alle 17,30, sarà nel segno di Gramsci, con letture di Roberta Balestrucci e interventi degli scrittori Giulio Angioni e Salvatore Mannuzzu e dell’assessore regionale Maria Antonietta Mongiu. Il tema unificante di tutta la manifestazione è "Il futuro: le parole e le idee per immaginarlo". Tutti i giorni, nello "Spazio autori", numerosi scrittori incontreranno il pubblico dei lettori e si confronteranno sul tema "Un futuro da leggere". Spazio anche ai saggisti e agli approfondimenti con i quattro incontri di "Piccola patria". Si parlerà del "Rinascimento letterario sardo", della produzione letteraria in lingua sarda, di scienza e fantascienza, di Carta de logu, del rapporto tra la letteratura e le radici. Ogni giorno animazione con i ragazzi, laboratori di fumetto e spettacoli, reading, letture. Sabato 27, per "Ultime notizie dal mondo del libro", si parlerà, in una tavola rotonda, del futuro del libro e della promozione della lettura. Domenica 28 si terrà un seminario sulle fiere del libro; di pomeriggio un incontro pubblico sull’«eventismo» culturale con i rappresentanti di importanti festival della penisola e sardi. Sabato 27 tutto il centro commerciale di Macomer sarà animato dalla "Notte bianca", che vedrà protagonisti autori e pubblico insieme.

Per cinque giorni Macomer capitale della parola

L'UNIONE SARDA - 24.10.2007
Tremila metri quadri tutti da leggere e ascoltare. Sono gli stand della Mostra del libro in Sardegna che apre i battenti oggi a Macomer in una location, come amano dire i cinefili e i moderni a tutti i costi, più centrale e suggestiva di quella delle prime cinque edizioni: così come lo scorso anno, è l'ex caserma Mura a ospitare scrittori e lettori isolani - e non solo - che da oggi al 28 si confronteranno su "Il futuro. Le parole e le idee per immaginarlo". Un futuro da proiettare sulle pagine degli autori sardi e italiani, innanzitutto, ma anche da tratteggiare attraverso la musica e i dibattiti: Intorno al protagonista classico della Mostra, e cioè il libro, ruoteranno momenti dedicati a dibattiti, incontri con autori, letture, animazione, teatro, musica e cinema ospitati sia nei padiglioni della caserma che nel centro storico dove, per l'occasione riaprono al pubblico Casa Attene, Casa Melchiorre Murenu, la Casa delle arti antiche e la chiesetta di Santa Croce. Qualche nome e qualche numero, per presentare questa edizione della Mostra. La sempre più interessante scuola di narrativa sarda sarà rappresentata da autori come Giorgio Todde, Alberto Capitta ed Enrico Pili, che insieme al giornalista e saggista Giacomo Mameli saranno tra i protagonisti di una delle pagine più interessanti della mostra. Si tratta dell'iniziativa "La scuola adotta un libro sardo" alla quale partecipano cinquecento studenti da tutta la Sardegna. Ogni mattina i ragazzi si confronteranno con uno dei quattro autori su un libro di un autore isolano e sulle loro esperienze di scrittura. Per passaredai giovani e dai giovanissimi isolani a un classico sardo, ecco il programma della giornata inaugurale: oggi alle 19 nel padiglione Filigosa - dopo l'inaugurazione fissata per le 17.30 - alle 19 ecco la Serata Gramsciana: gli scrittori Giulio Angioni e Salvatore Mannuzzu leggono ed interpretano pagine scelte dalle opere di Antonio Gramsci. Domani, tra gli altri appuntamenti, una tavola rotonda di particolare attualità: nella sezione "Piccola Patria" si parlerà di "L'Isola che sorprende. Radici e futuro del rinascimento letterario sardo". Il dibattito, moderato dal giornalista Costantino Cossu, vedrà a confronto le opinioni di Amalia Maria Amendola, Salvatore Mannuzzu, Luciano Marrocu, Alessandra Menesini, Giuseppe Podda e Carlo Serafini. Alle 20 sarà la volta di "54": concerto e lettura scenica da un'idea originale di Stefano Tassinari, con testi e parole dei Wu Ming (autori del romanzo omonimo) e anzoni e musiche originali composte ed eseguite dal vivo dagli Yo Yo Mundi. Venerdì alle 17 Antoni Arca, Francesco Cheratzu, Salvatore Fozzi, Gian Gavino Irde, Paolo Pillonca, Gianfranco Pintore, Nicola Tanda e Salvatore Tola si confronteranno su "produzione letteraria in lingua sarda: un fenomeno sotto traccia" nel dibattito condotto dal giornalista Ottavio Olita. Alle 18.30, nella sezione "Un futuro da leggere", Roberto Serra incontrerà Alessandro De Roma, Antonio Forcellino e Brunella Schisa. Sabato alle 16 spazio all'editoria con la tavola rotonda "Il futuro del libro e la promozione della lettura. Da Gutenberg a Internet" condotta dal giornalista Alberto Urgu: a confronto un responsabile del portale Sardegnacultura, Aldo Addis (Alsi), Valentina Francese (Fanucci editore, Daniele Di Gennaro (Minimum Fax), Vanna Fois (Ilisso), Sandro Ghiani (AIB Sardegna), Gianni Marilotti (Presidi del libro della Sardegna), Giuseppe Mocci (Aes). Alle 18 invece al dibattito su "Il futuro tra scienza e fantascienza", condotto dallo scrittore Paolo Maccioni, interverranno Daniele Barbieri, Andrea Mameli, Franco Meloni, Roberto Paracchini e Manuela Uda. Infine domenica, per citare solo uno degli appuntamenti in agenda, saranno protagonisti alcuni nomi di grande rilievo della cultura nazionale: sul tema "L'eventistica culturale. Gli eventi culturali per la promozione della lettura" alle si terrà l'incontro pubblico con Ernesto Ferrero, Giuseppe Laterza, Pierluigi Sacco, Michelina Borsari e Tito Boeri.

martedì 23 ottobre 2007

Adotta un libro coinvolge 500 studenti.

mongiu e argiolas Sono 500 gli studenti coinvolti nel progetto Adotta un libro sardo. Lo hanno ricordato l'Assessore regionale alla Pubblica Istruzione (Maria Antonietta Mongiu) e il presidente del'Associazione Editori Sardi (Mario Argiolas) nel corso della conferenza stampa di oggi (23 ottobre 2007) a Cagliari. Le attività di educazione alla lettura, considerato il successo delle precedenti edizioni, possono essere considerate l'elemento centrale della manifestazione.

Intervento Assessore M.A. Mongiu

Nel primo video l'Assessore Mongiu illustra il simbolismo adottato dalla Regione per presentare la settimana edizione della Mostra del Libro di Macomer. Nel secondo, rispondendo alla domanda di un giornalista, sottolinea l'importanza delle attività culturali che gravitano intorno al libro per spiegare l'aumento del numero di lettori.


Conferenza stampa di presentazione, Cagliari, 23 ottobre 2007.

Isola piena di lettori e scrittori (Alessandro De Roma)

A cosa servono le fiere del libro? A venire allo scoperto a dire finalmente che quest'isola è piena di persone che amano i libri: non solo li scrivono, ma li leggono. Per questo bisogna tornare dalle fiere e dai festival carichi di amore, e pretendere nei nostri paesi, nelle nostre città biblioteche migliori, librai che davvero sanno quel che fanno. Non accontentarsi di discorsi vacui di assessori che parlano una volta ogni tanto per inaugurare iniziative che rimangono in piedi pochi giorni all'anno. Voglio incontrare gli assessori nella mia biblioteca di quartiere, voglio innanzitutto una biblioteca di quartiere. Voglio la mia piccola fiera del libro 365 giorni all'anno. Sogno assessori che non si vergognano di leggere un libro e di parlarne. Sogno che non
dipenda più tutto sempre e soltanto da quei giorni speciali, da quella straordinaria iniziativa che poi finisce sul più bello.
Alessandro De Roma (scrittore e lettore)

Conferenza stampa alla Regione (23 ottobre 2007)

mongiu Nel corso della conferenza stampa (svolta oggi nei locali dell'assessorato regionale alla pubblica istruzione) l'Assessore regionale Maria Antonietta Mongiu ha sottolineato i profondi significati che sottendono la scelta della Regione di sostenere la Mostra del libro in Sardegna di Macomer: "un tempo sarebbe stato impossibile avere un'immagine come quella che abbiamo presentato, con l'aiuto dei nostri grafici, nella quale abbiamo collocato dei libri negli interstizi tra le pietre del nuraghe; è un'immagine molto potente, che fa dialogare tutta la nostra identità così stratificicata con la lettura. In Sardegna sta aumentanto il numero dei lettori e delle opportunità di lettura, e sta aumentando il numero degli scrittori."
argiolas Mario Argiolas, presidente dell'AES (Associazione Editori Sardi), ha messo in rilievo l'importanza del coinvolgimento degli studenti in una regione nella quale il numero di lettori lettori è sempre molto scarso. "Studenti che, dopo aver letto un libro, e spesso è la prima volta che lo fanno, partecipano attivamente alle attività coinvolgendo a loro volta altri studenti. L'idea di coinvolgere i ragazzi, che dobbiamo a Giuseppe Marci, sta iniziando a dare i suoi frutti."
Nel video, Mario Argiolas raccota come è nato e come si è sviluppato il progetto di educazione alla lettura degli studenti delle scuole sarde.

lunedì 22 ottobre 2007

Immaginare un domani ricco di buone letture (Aldo Addis)

Io non credo che l'abbondanza e la qualità di libri di autori e di editori sardi si possa ricondurre al fiorire di mostre, festiva e iniziative analoghe. Queste sono però di certo un segnale di vitalità di un mondo che, pur tra mille contraddizioni e non pochi contrasti, sta cercando di portare avanti un progetto, quello della promozione del libro sardo, che necessita di un lavoro immane che e vede coinvolti tutti gli attori della filiera: editori, librai, scrittori, insegnanti, bibliotecari.
E allora Macomer diventa importante se raccoglie il lavoro di un anno che tutti abbiamo svolto e ci dà la possibilità di mostrarlo al pubblico dei lettori e assieme a questi si possa progettare un nuovo anno di attività e di iniziative di promozione del libro sardo. Credo che negli ultimi anni si stia lavorando in questa direzione e visto che il tema di quest'anno è "il futuro", spero che dalla settima mostra del libro sardo si rafforzi l'impegno di tutti coloro che amano i libri per poter immaginare un domani ricco di buone letture e di splendidi libri.

Aldo Addis
vicepresidente dell'Associazione Librai Sardi Indipendenti

Cultura fa rima con autonomia (Mario Argiolas)

Finalmente ci siamo. I protagonisti della filiera del libro (editori, librai, autori), il mondo della scuola, della pubblica lettura, dell’associazionismo, i lettori ritrovano il loro appuntamento annuale, un luogo d’incontro, di partecipazione, di festa. Questa è la settima edizione, sette lunghi anni di lavoro appassionato, di crescita, di relazioni, di critica e autocritica, di lavoro tenace contro i ripetuti tentativi di ostacolare e cancellare un’esperienza, da qualcuno considerata troppo decentrata, rispetto ai grandi centri, e anomala, forse perché poco incline a seguire le mode del momento, la eccessiva spettacolarizzazione della cultura.
Quest’anno apriamo con un omaggio a Gramsci, omaggio sentito e sincero nei confronti del grande intellettuale di Ales. Il Gramsci del “pessimismo dell’intelligenza e dell’ottimismo della volontà”; il Gramsci che nei Quaderni ha scritto: “La letteratura deve essere nello stesso tempo elemento attuale di civiltà e opera d’arte”.
A partire da giovedì prende il via l’appuntamento con il progetto “La scuola adotta un libro sardo”. Cinquecento studenti provenienti da tutta la Sardegna, dopo aver adottato e letto un libro, s’incontrano e lo discutono tra loro e con gli autori. Questo progetto nato quattro anni fa da un’idea di Giuseppe Marci è diventato un punto di forza della Mostra del libro e l’AES ne va orgogliosa.
Il tema unificante di tutta la manifestazione è IL FUTURO: LE PAROLE E LE IDEE PER IMMAGINARLO. Questo tema è un regalo di Stefano Salis e di ciò lo ringraziamo perché è un tema che spinge a rivolgere il nostro sguardo al futuro, in un’epoca in cui il senso del futuro rischia di tramontare, a ritrovare la speranza.
Il Futuro è il filo rosso che attraversa tutta la manifestazione. Tutti i giorni, nello spazio autori, gli scrittori incontreranno il pubblico dei lettori e si confronteranno sul tema "Un futuro da leggere". Ogni sera dopo le 21 nei ristoranti della città di Macomer gli autori incontreranno ancora i lettori in un contesto conviviale e daranno corpo alle "Visioni di futuro nella letteratura contemporanea". Spazio anche ai saggisti e agli approfondimenti con i quattro incontri di "Piccola patria. La Sardegna e il mondo nelle pagine dei saggisti". Si parlerà del "Rinascimento letterario sardo", della produzione letteraria in lingua sarda, di scienza e fantascienza e di "Cartas de logu", cioè del rapporto tra la letteratura e le radici. Sabato 27 per "Ultime notizie dal mondo del libro" si terrà una tavola rotonda sul futuro del libro e della promozione della lettura: da Gutenberg a Internet.
Domenica 28 si terrà un seminario sul futuro delle fiere del libro e di pomeriggio un incontro pubblico sull'eventismo culturale con autorevoli rappresentanti di importanti manifestazioni della penisola. La Mostra del libro non resterà chiusa negli spazi, bellissimi, delle ex Caserme Mura, ma si radicherà in tutta la città di Macomer, attraverso numerose iniziative, a partire dalle attività del Centro Internazionale del Fumetto, e sabato 27 tutto il centro storico sarà animato dalle manifestazioni della "Notte bianca", che vedrà protagonisti gli autori e i poeti insieme ai gruppi tradizionali. Novità assoluta dell'edizione di quest'anno è il "blog" che l’AES ha proposto a tutto il Comitato organizzatore recependo una brillante idea di Andrea Mameli. Vuole essere uno spazio open, aperto ai contributi dei lettori e degli autori.
Ci auguriamo che il padiglione editoria e libri, completamente rinnovato, che ospita il grande stand dell’editoria sarda e lo stand dei librai sardi indipendenti, offra, come lo scorso anno, un’irripetibile opportunità perché i lettori incontrino il libro e scoprano la grande ricchezza rappresentata dalla nostra produzione editoriale. Lo stand ospita anche i libri degli editori Fanucci e Minimum Fax, ospiti fissi di questa edizione. La piccola e media editoria di qualità è molto ben rappresentata anche quest’anno dopo i bellissimi giorni trascorsi lo scorso anno con Marcos y Marcos ed E/O.
La 7a Mostra del libro di Macomer si conferma come punto di aggregazione di tutti i protagonisti della promozione del libro e della lettura, uno spazio di incontro, confronto e approfondimento, dove il pubblico è assolutamente protagonista e non passivo consumatore di stereotipi, una realtà dove la cultura sarda è presente in forze e si confronta con tutte le altre culture senza presunzione e senza complessi d'inferiorità. Il tutto grazie ad una formula originale e ad una "direzione artistica" che comprende gli editori sardi, i librai sardi indipendenti e le associazioni culturali, a partire da Verbavoglio, capaci di lavorare insieme in modo creativo e di collaborare attivamente con le Istituzioni (Regione Sardegna - Assessorato alla Pubblica Istruzione e Comune di Macomer).
Buon lavoro a tutti e buone letture.
Mario Argiolas

domenica 21 ottobre 2007

Fiera di Macomer, voglia di crescere




Dal 24 la settima edizione della mostra curata dall'Aes
MANUELA ARCA - L'Unione Sarda, 20 Ottobre 2007
Il lettore che si avventurerà tra gli stand della Mostra regionale del libro di Macomer, giunta alla VII edizione, non lo farà più da profano. Forte dell'esperienza maturata negli anni passati, indagherà con competenze ormai mature. Per questa ragione l'allestimento del 'salone' (che si aprirà mercoledì 24 ottobre e si chiuderà il 28) sperimenterà un nuovo schema espositivo. Per la prima volta, in quasi un decennio di esperienza e confronto, i volumi saranno presentati dalle case editrici che ne curano promozione e pubblicazione. Con l'orgoglio di chi è consapevole che il Rinascimento della Sardegna e il suo futuro si giocano anche e soprattutto sulle risorse intellettive e culturali. Non a caso il motto che accompagnerà i visitatori negli stand ne solleciterà la presenza attraverso le brochure e un blog, o grazie al tam tam degli ormai assidui frequentatori sarà �Il futuro. Le parole e le idee per immaginarlo�.
A illustrare i criteri che regoleranno la disposizione di romanzi, saggi, racconti ed enciclopedie è Mario Argiolas, presidente dell'Aes, l'associazione degli editori sardi: Ogni anno abbiamo cercato di proporre al pubblico della mostra del libro percorsi di approccio con opere e autori originale: contando sul lavoro di formazione e sensibilizzazione ormai consolidato e sull'indice di elevato gradimento di cui godono i libri sardi, si � pensato di dare al lettore la possibilit� si scegliere all'interno di un progetto editoriale�. E il ventaglio di opportunità è ampio: 2500 i titoli in mostra e 34 editori presenti. La gestione dell'esposizione sar� dell'Aes e ciascuna casa editrice, contando su giovani operatori (anche di Macomer) curerà autonomamente la gestione del suo spazio. Saranno inoltre presenti e disponibili al confronto 21 scrittori, 11 saggisti, 10 poeti ed esperti di discipline scientifiche, autori ed attori di teatro, vignettisti e artefici di cultura.
Rispetto alla precedente edizione l'allestimento e i luoghi di incontro e confronto tra pubblico e autori potranno contare su spazi più ampi. Dopo il trasferimento nei locali delle ex Caserme Mura, passato agli annali di una rassegna che fino a due anni fa era ospitata nei padiglioni del Monte di Sant'Antonio, all'esterno del perimetro urbano, "quest'anno - ha sottolineato l'assessore alla Cultura di Macomer, Gigi Muroni - si potrà contare su due tenso-strutture. Suggestivi percorsi museali e vivaci laboratori saranno allestiti anche nel cuore della cittadina, presso l'ex ricovero Castagna, la casa Attene e di Melchiorre Murenu".
Il calendario degli appuntamenti, arricchito di reading e notturne �ribotte�, propone invece uno schema collaudato: spazi mattutini in cui gli autori interloquiscono con le scolaresche, momenti serali dedicati a platee di lettori adulti e nutrite parentesi di approfondimento sui problemi dell'editoria e sulle prospettive culturali. A margine ci sar� anche l'occasione per aggiungere ulteriori tasselli al mosaico che la mostra regionale ha contribuito a comporre: qui, dove si � costituita l'Associazione dei librai indipendenti, sar� battezzato il Presidio del libro di Macomer. Alla presentazione del programma era presente anche una delle anime del nascituro �consorzio� di tutela e promozione della cultura, Luciana Uda, rappresentante dell'associazione dei librai indipendenti che ha voluto alle Caserme Mura anche due case editrici della Penisola, la Minimum Fax e la Fanucci. A rendere la mostra uno spazio sempre più aperto al confronto contribuirà anche un blog (mostralibro.blogspot.com) che, curato da Gianfranco Meloni, Carla Serra e Andrea Mameli, raccoglierà opinioni, foto, filmati, disegni e quanto possa contribuire a far crescere l'evento.