sabato 3 novembre 2007

Bellissima esperienza (Franco Meloni, 3 nov. 2007)

Dallo Speculum il Re potè ammirare dall’alto tutta la Biblioteca. Provò un senso di smarrimento e la fece interdire.

Macomer, Ottobre 2007.
La giornata è bella e sono contento. Frequentare libri è piacevolissimo sempre, ancora di più se lo si fa in una festa dove si può parlare con altri che condividono i tuoi interessi. Gli spazi, alla fine del Paese, sono ordinati e ariosi, pronti ad accogliere piante e a mostrare un uso proprio di locali che prima ospitavano armi. In una bella sala congressi fa piacere vedere opere di Nivola provenienti dal Man, affascinante punto di riferimento di Arte nel centro della Barbagia. Trenini Dysneiani trasportano ragazzini vocianti. Un po’ Lucignoli e un po’ Pinocchi. Maestre stravolte radunano bambini che vogliono andare in bagno, avere acqua, mangiare cose ricche di calorie in eccesso. Ma tutti, prima o poi, toccano i libri. Lontano da ipod o da diavolerie tascabili che di utile sviluppano solo la prontezza delle dita in inseguimenti da formula 1 e che rimandano sempre alla dipendenza dalla Scatola Magica che introduce all’eterno Irreality Show di ogni giorno. Notizie predigerite che non si curano neppure di fare distinzione di lettere finali, N o Q, di una terra, un tempo vitale tra due fiumi, che ha segnato, con la ricerca di conoscenza di Abramo, l’inizio della nostra crescita. Tutto è iniziato con l’abbandonare il proprio paese, in modo nomade, alla ricerca di altre prospettive per meglio inquadrare se stessi. Naturalmente la parola nomade va usata con cura: va bene Bregovich se suona, a patto che non venga a fare confusione con la sua banda e con la sua certo numerosa e sicuramente non pulitissima famiglia. Immagini Contessa, vogliono i loro figli dottori.
Macomer ha l’aria leggera, la temperatura è molto più piacevole di 451 Fahreneit.
Libri al rogo per produrre fiamme che scaldino la mente e convincersi, tutti insieme, che è giusto mandare su per il camino quelli fuori dagli schemi, quelli che, in un modo o nell’altro, sembrano non rientrare nella riorganizzazione algida e purissima della specie. I Rom, per esempio.
La cultura deve immunizzarci da false credenze e ragionamenti dove i sillogismi dimostrano che è giusto nascondere o eliminare libri.
Noi sardi dovremmo essere abituati a facili catalogazioni. Con cadenza annuale, flaccidi rampolli di famiglie ricordate per l’unità di Italia o per Bava Beccaris, tra una fucilata e l’altra, sostengono che i sardi puzzano come capre. Piccoli giudici, molto lontani da Berlino, ridimensionano la gravità di uno stupro se fatto da inferiori, cioè da noi. Molti, con o senza calze autoreggenti, ci spiegano quanto sbagliamo nel mantenere una Giunta che si occupa di formazione, ricerca e cultura, e magari lo fa con orgoglio. I sardi devono essere tenuti a balia per continuare ad offrire spiagge e a far sognare nell’aprire bottiglie di mirto, amori lontani. Poi tutti al loro posto fino alla riapertura del Parco dei Divertimenti, e che tutto sia pulito, magari con un ascensore per Cala Luna. Chissà cosa avrebbe detto Emilio Lussu.
Un padiglione bianco, un misto di ospedale da campo e di banchetto per raccogliere fondi o firme, mi attrae per la discussione nello Spazio Autori. Vado a vedere che aspetto hanno inviati speciali di Repubblica, Teatranti e saggi dai capelli filosoficamente bianchi. Con diverse visioni della memoria stanno commentando il tragico periodo del 77. P38, eroina, brigate rosse, scemo, scemo. Oggetto Luciano Lama. C’è da leccarsi le ferite per anni. Mi sento un po’ a disagio perché gli Autori hanno cinquanta anni e io, invece mi sono laureato nel periodo del ridente e immaginario 68. Sono enormemente più vecchio, e sono d’accordo solo con Biffi nel difendere la decisione, completamente irrazionale, e quindi umana, di mantenere la speranza. Magari confortandola con l’impegno di ogni giorno. Altrimenti per mio nipote sarà dura.
Scienza e fantascienza è l’argomento sul quale dovrei intervenire. Non è chiaro se per l’una o per l’altra. Toccare la fantascienza è un po’ come parlare di fumetti. Warning, pericolo di essere annoverati tra gli indegni della cultura, figuriamoci della Fisica. La letteratura ha prodotto cose altissime nella cosiddetta fantascienza. Alice ci ricorda che è ancora facile, qui ed ora, avere la testa mozzata se si toccano le staminali o si cercano vergognose parentele con pelosi scimmioni. E gli scenziati non ci aiutano a dipanare l’ignoranza se Watson, che dio lo perdoni, sostiene, e la gente lo sente e magari crede che un Nobel sappia tutto, che Mandela è più ignorante di Calderoli.
Le tre Leggi della Robotica sono un bell’esercizio di intelligenza e Blade Runner ci mette il dubbio sul nostro essere umani, o magari non del tutto.
E poi basterebbe citare un altro numero: 1984 per meditare sulla manipolazione della storia.
La cena con gli Autori è interessantissima, soprattutto se devo leggere un raccontino di una supervegetariana avendo a tavola il sanguinaccio cotto alla moda del Marghine.
Bellissima esperienza. L’anno venturo leggeremo insieme un altro capitolo a Macomer.

Franco Meloni (fisico)

1 commento:

Linguaggio Macchina ha detto...

Desidero ringraziare pubblicamente Franco per il graziosissimo racconto che ci ha regalato. Finora nessuno si era spinto tanto avanti: commenti, critiche, consigli, considerazioni, ma mai un racconto.
Grazie
Andrea