lunedì 29 ottobre 2007

Ma il problema è la mucca che attraversa la strada (F. Madrigali)

Il tema "MEGLIO UN ARTICOLO CHE NON RENDE CONTO DI TUTTO O IL SILENZIO TOTALE DA PARTE DELLE ALTRE TESTATE?" è interessante non solo perché pone questa domanda ma perché ne porta altre con sé. Scelgo comunque, con qualche esitazione, la prima opzione. La scelgo perché quando parliamo di una cultura che vorremmo democratica e non elitaria dobbiamo necessariamente armarci di machiavellico fine che giustifica i mezzi: solo parlandone e scrivendone possiamo sperare che il virus della lettura, della curiosità, dell’"altro" da noi si diffonda, portandosi dietro come effetto collaterale anche la capacità di leggere una cronaca in maniera critica. Ho delle esitazioni, certo, perchè maneggiando le parole mi rendo conto di quanto, paradossalmente, talvolta possano essere insufficienti a rendere la realtà, e questo perfino se l’evento lo si è seguito tutto. Figuriamoci pensando all’eventualità che il cronista ne abbia visto/sentito metà o che per qualsiasi motivo voglia/debba tagliarlo, modificarlo, talvolta banalizzandolo. Però il problema sta secondo me a monte, cioè nel fatto che gli eventi culturali sono considerati secondari rispetto alle famose notizie del genere "mucca attraversa la strada bloccando il traffico" o "membro della casa reale inglese ricattato per una storia di sesso e droga", e via gossippeggiando sulle prime pagine dei quotidiani e telegiornali, nazionali e regionali. Che sia un fatto di mercato, cioè di pubblico "tarato" su quelle notizie, o una precisa strategia editoriale per non parlare troppo d’altro, è un’altra storia che si potrebbe approfondire. Si tratta, comunque, ancora una volta di un fatto culturale: all’aumento di interesse "pubblico" per i libri, gli incontri, l’arte, il cinema, la scienza e così via anche l’informazione sarà costretta a dare spazi più ampi a manifestazioni ed eventi in cui si parla, e possibilmente non si urla, e si comunicano cose diverse da quelle che i media ci somministrano ogni giorno.
Francesca Madrigali

3 commenti:

Linguaggio Macchina ha detto...

Ho notato spesso il disinteresse per libri, incontri, arte e soprattutto scienza, rilevando la schizofrenia del mondo dell'informazione. Studiando ad esempio il disease mongering (l'invenzione delle malattie), fenomeno dietro al quale si nascondo interessi enormi, inizio a pensare che dove c'è scarso interesse, forse, è perché ci sono pochi interessi. E probabilmente è per questo che la mucca, secondo me, interessa più dei libri...

Unknown ha detto...

Sottoscrivo le parole di Francesca Madrigali e l'osservazione di Andrea che conferma. Noto che gli stessi che confinano la cultura all'angolo poi talvolta si dicono sostenitori dell'idea che bisogna investire in cultura... bisogna farlo anche nel nostro piccolo, non solo chiederlo alle istituzioni!

Anonimo ha detto...

é così, Andrea, è l'interesse econonomico o pseudo-tale che sposta le risorse dell'informazione in una direzione piuttosto che in un'altra. Però mi chiedo: se venissero proposte cose diverse dalla mucca e dai divorzi VIP, in maniera altrettanto massiccia, la gente risponderebbe?