lunedì 5 novembre 2007

Studenti e autori (Macomer, Mostra libro 2007)


La scuola adotta un libro: gli studenti del Liceo classico Siotto di Cagliari e dell'ITI di Tortolì incontrano Giacomo Mameli (Macomer, 25 ottobre 2007) Foto: Corrado Conca.

Spazio ragazzi (Macomer, Mostra libro 2007)

burattini macomer

Foto: Corrado Conca, Macomer, 25 ottobre 2007

Ma forse la terza pagina non è da buttare. Apriamo la discussione.

Nei giorni scorsi Cagliari ha ospitato la IV^ Edizione del Forum Nazionale del Libro, dove, tra le altre cose, si è discusso il tema della funzione culturale dei quotidiani. In modo particolare, in un dibattito tra il giornalista del Corriere, Matteo Collura, l'organizzatore del festival di Mantova, Luca Nicolini e lo scrittore Marcello Fois, si è arrivati, ragionando su contenuti e contenitori culturali, a discutere del ruolo ricoperto dalle così dette "terze pagine" dei quotidiani, giungendo ad un giudizio finale piuttosto negativo.
Prendendo le mosse dall'esperienza compiuta a Macomer nelle giornate della Mostra, mi sento di intervenire virtualmente in quel dibattito di Cagliari e di rilanciarlo in questo blog aperto a tutti, cominciando con una rappresentazione della terza pagina assai meno crepuscolare di quella emersa a Cagliari.
Le mie considerazioni si fondano su una osservazione pragmatica. I quotidiani, pur tra mille peccati loro imputabili, continuano ad essere, se non altro per il numero di lettori che coinvolgono, il baricentro della divulgazione culturale ed un punto di riferimento per il cittadino-lettore.
Se la redazione di questo blog non avesse tacitamente condiviso questa convinzione, non si sarebbe impegnata ad offrire il massimo repertorio possibile di rassegna stampa tematica sulla mostra.
La presenza di un giornalista ad un evento culturale, contrariamente alle idee radicali di una presunta autosufficenza mediatica dell'evento (Borsari), è la garanzia che l'effetto che questo evento intende provocare abbia una risonanza il più ampia possibile.
Da questo punto di vista è risultata estrememente apprezzabile la decisione di una delle massime testate regionali, l'Unione, di presidiare continuamente la Mostra con un inviato speciale, piccola prova ne sia la circostanza che molti dei dibattiti nati su questo blog sono stati originati proprio dalla terza pagina di quel giornale.
Leggermente meno "militante", ma comunque presente, è apparso l'impegno della Nuova mentre il ruolo della terza testata è stato del tutto coerente con la teoria del "rompete le righe culturali" espressa a Cagliari: appena un articolo.
Sarebbe interessante, anche tenendo conto della natura democratica e partecipativa che il blog possiede in quanto tale, se una valutazione sull'opportunità dell'impegno culturale dei giornali provenisse dai lettori degli stessi e non solo dagli intellettuali, talvolta mossi da intenti narcisisticamente provocatori o da un irrefrenabile impulso a "dire qualcosa di nuovo".
Gianfranco Meloni


Il convegno boccia le rubriche culturali dei quotidiani italiani
A pensarci bene, questa pagina è inutile

Se non era un de profundis ci mancava poco. Ieri al forum Passaparola le pagine culturali dei giornali italiani sono state al centro di un dibattito poco ottimistico tra il giornalista del Corsera Matteo Collura, l'organizzatore del festival di Mantova Luca Nicolini e lo scrittore Marcello Fois. In realtà i tre hanno discusso - con il moderatore Mario Baudino - più in genere di contenuti e contenitori culturali, a cominciare dai festival per continuare appunto con la “terza pagina” dei nostri quotidiani. Se le kermesse culturali sono state criticate ma nel complesso promosse (non saranno la soluzione di tutti i mali e difficilmente conquistano lettori nuovi, ma comunque sono occasioni preziose) per gli spazi giornalistici dedicati alla cultura la bocciatura è stata abbastanza secca.
Innanzitutto per via della dittatura grafica denunciata da Collura: «Se lo schema della pagina prevede un articolo “di spalla” di una certa lunghezza, io sono costretto a dare quello stesso rilievo oggi a una notizia su Manzoni e domani a un autore infinitamente meno importante». Quanto alle recensioni, potremmo abolirle direttamente: come ha spiegato Fois sono articoli «che interessano soltanto agli autori recensiti, che onanisticamente fanno a gara con i loro colleghi: tu hai avuto dieci recensioni? Io venti, tiè!».
Unione Sarda 4 novembre 2007

Alla mostra del libro di Macomer non c’ero ma avrei voluto esserci (Rosaria Piga, Kioto, 5 nov. 2007)

Alla mostra del libro di Macomer non c’ero ma avrei voluto esserci. Non posso esprimere opinioni personali sul "come sia stata", ma sicuramente non era da perdere. Il futuro, ciò che era fantascienza ed oggi è scienza, non mi ci è voluto molto per appurarlo, approdando in Giappone, per me tutto era fantascienza ed oggi è diventata scienza, la mia scienza insieme a loro e grazie a loro. Ma la fantascienza non è solo il Giappone. Ogni volta che approdo in un altro Paese per una breve e semplice collaborazione e/o congresso, mi accorgo che ogni Paese ha sempre qualcosa di nuovo da offrire, qualcosa che ai miei occhi è fantascienza e che per loro invece è scienza, è questo il bello di questo lavoro, realizzare che c’è sempre qualcuno che ne sa più di te e dal quale attingere, appurare che tu puoi essere fantascienza per altri e quindi arrivare allo scambio reciproco. Riuscire esattamente a distinguere, fra i diversi tipi di radicali liberi estremamente reattivi, con quali fra loro abbiamo a che fare all’interno di una cellula come conseguenza di un determinato stress, credevo fosse fantascienza ed invece oggi è cosa normale, è diventato scienza. Riuscire a distinguere, con un semplice segnale ottico su una cellula che rimane vivente e per niente disturbata dallo strumento, se questa cellula si sta riproducendo, sta emettendo dei filamenti o sta morendo, oggi è diventato scienza, una scienza che tra l’altro sta prendendo prepotentemente piede in campo biofisico. Il segreto è la comunicazione, la rete di connessioni interdisciplinari fra i vari continenti, paesi, nazioni, regioni. Il loro lavoro in questo senso lo fanno anche i blog, nati se vogliamo come una semplice necessità di esprimersi a livello personale, per poi ampliarsi in veri e propri forum di discussione anche scientifica ed in generale professionale. Personalmente ho attraversato diversi stati d’animo nei confronti dei blog. Appena partita, come unico ed utilissimo mezzo per sentirmi pur sempre coinvolta nella vita del mio Paese, per poi passare ad un’intolleranza che mi ha tenuta lontana da essi per un po’ di tempo quando i blog venivano trasformati, da alcuni, in strumenti di critica gratuita invece che di consiglio ed aiuto reciproco, per poi riavvicinarmi a quelli che ho trovato costruttivi da diversi punti di vista, professionale, personale, sociale, un modo per non perdere i contatti con il mondo da cui provengo, certo, ma anche di condividere le mie passioni, sia personali che professionali, sentendo le opinioni altrui. Ma a prescindere dal fatto che vengano usati o meno, non c’è dubbio che la loro esistenza, fosse anche solo per essere letti, rappresentano una incommensurabile fonte di collegamento con quello che è il mondo circostante, questa è la vera fantascienza, la rete. Penso al fatto che solo tredici anni fa comunicavo con un’amica emigrata in Svezia, mediante lettere scritte a mano che ci giungevano con notizie vecchie di 2 settimane, che quando lei mi parlò di lettere via telefonica spedite e ricevute in tempo reale, non capivo minimamente a cosa si fosse riferendo. E per una che vive a 9000 km di distanza dalla sua terra, questa fantascienza che oggi è scienza è stata veramente fondamentale per farmi sentire sempre a casa dovunque io sia.
Rosaria Piga, Kyoto, Giappone (5 novembre 2007)