lunedì 5 novembre 2007

Ma forse la terza pagina non è da buttare. Apriamo la discussione.

Nei giorni scorsi Cagliari ha ospitato la IV^ Edizione del Forum Nazionale del Libro, dove, tra le altre cose, si è discusso il tema della funzione culturale dei quotidiani. In modo particolare, in un dibattito tra il giornalista del Corriere, Matteo Collura, l'organizzatore del festival di Mantova, Luca Nicolini e lo scrittore Marcello Fois, si è arrivati, ragionando su contenuti e contenitori culturali, a discutere del ruolo ricoperto dalle così dette "terze pagine" dei quotidiani, giungendo ad un giudizio finale piuttosto negativo.
Prendendo le mosse dall'esperienza compiuta a Macomer nelle giornate della Mostra, mi sento di intervenire virtualmente in quel dibattito di Cagliari e di rilanciarlo in questo blog aperto a tutti, cominciando con una rappresentazione della terza pagina assai meno crepuscolare di quella emersa a Cagliari.
Le mie considerazioni si fondano su una osservazione pragmatica. I quotidiani, pur tra mille peccati loro imputabili, continuano ad essere, se non altro per il numero di lettori che coinvolgono, il baricentro della divulgazione culturale ed un punto di riferimento per il cittadino-lettore.
Se la redazione di questo blog non avesse tacitamente condiviso questa convinzione, non si sarebbe impegnata ad offrire il massimo repertorio possibile di rassegna stampa tematica sulla mostra.
La presenza di un giornalista ad un evento culturale, contrariamente alle idee radicali di una presunta autosufficenza mediatica dell'evento (Borsari), è la garanzia che l'effetto che questo evento intende provocare abbia una risonanza il più ampia possibile.
Da questo punto di vista è risultata estrememente apprezzabile la decisione di una delle massime testate regionali, l'Unione, di presidiare continuamente la Mostra con un inviato speciale, piccola prova ne sia la circostanza che molti dei dibattiti nati su questo blog sono stati originati proprio dalla terza pagina di quel giornale.
Leggermente meno "militante", ma comunque presente, è apparso l'impegno della Nuova mentre il ruolo della terza testata è stato del tutto coerente con la teoria del "rompete le righe culturali" espressa a Cagliari: appena un articolo.
Sarebbe interessante, anche tenendo conto della natura democratica e partecipativa che il blog possiede in quanto tale, se una valutazione sull'opportunità dell'impegno culturale dei giornali provenisse dai lettori degli stessi e non solo dagli intellettuali, talvolta mossi da intenti narcisisticamente provocatori o da un irrefrenabile impulso a "dire qualcosa di nuovo".
Gianfranco Meloni


Il convegno boccia le rubriche culturali dei quotidiani italiani
A pensarci bene, questa pagina è inutile

Se non era un de profundis ci mancava poco. Ieri al forum Passaparola le pagine culturali dei giornali italiani sono state al centro di un dibattito poco ottimistico tra il giornalista del Corsera Matteo Collura, l'organizzatore del festival di Mantova Luca Nicolini e lo scrittore Marcello Fois. In realtà i tre hanno discusso - con il moderatore Mario Baudino - più in genere di contenuti e contenitori culturali, a cominciare dai festival per continuare appunto con la “terza pagina” dei nostri quotidiani. Se le kermesse culturali sono state criticate ma nel complesso promosse (non saranno la soluzione di tutti i mali e difficilmente conquistano lettori nuovi, ma comunque sono occasioni preziose) per gli spazi giornalistici dedicati alla cultura la bocciatura è stata abbastanza secca.
Innanzitutto per via della dittatura grafica denunciata da Collura: «Se lo schema della pagina prevede un articolo “di spalla” di una certa lunghezza, io sono costretto a dare quello stesso rilievo oggi a una notizia su Manzoni e domani a un autore infinitamente meno importante». Quanto alle recensioni, potremmo abolirle direttamente: come ha spiegato Fois sono articoli «che interessano soltanto agli autori recensiti, che onanisticamente fanno a gara con i loro colleghi: tu hai avuto dieci recensioni? Io venti, tiè!».
Unione Sarda 4 novembre 2007

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Non posso che condividere la "riabilitazione" dei giornali a firma di Gianfranco. Non capisco le posizioni - credo altamente snob e poco sincere - di chi disprezza le terze pagine dei quotidiani.
Io amo le pagine della cultura del quotidiani italiani. E non potrei vivere senza quelle dei quotidiani locali. Non ho la fortuna di frequentare salotti e ville, non posso andare spesso a teatro e prima di leggere un libro mi interessa sentire opinioni e critiche. Per me le pagine della cultura sono uno strumento di lavoro oltre che un piacere intellettuale. Non ricordo una settimana senza il domenicale del sole, da alcuni anni a questa parte, giusto per citare un inserto che non penso possa essere ritenuto inutile da persone di normale intelligenza.
Posso condividere o meno alcuni contenuti, il rilievo eccessivo a alcuni eventi o la scarsa attenzione ad altri, ma non posso immaginare l'informazione senza cultura...
Il lavoro svolto dalle redazioni culturali, specie quando accolgono al loro interno anche la scienza (e questo per me rappresenta una discriminante profonda) a mio modesto parere è un servizio alla cultura con la c maiuscola. E un tributo a chi, come me, non può permettersi di andare a vedere tutto o leggere tutto o assistere a tutto.
W le terze pagine! Lunga vita alle pagine culturali dei quotidiani!!!
andreamameli

Corrado ha detto...

Lunga vita alle pagine culturali, si, su questo siamo daccordo. Anch'io non posso farne a meno.
Ma temo che - provocazioni a parte - il problema sia nella qualità e nella diversificazione dei contenuti. Non so bene dove stiano le origini di questa [mi scusino i giornalisti] povertà, anche perché il limite non è certo la professionalità degli stessi redattori, spesso in prima linea nel mondo culturale isolano.
Forse il problema è insito nella struttura stessa delle pagine (Collura parla, a titolo di esempio, del "peso" del pezzo di spalla) o forse - e questo sarebbe più grave - tutto dipende dal lasco che il caporedattore da al guinzaglio...

Anonimo ha detto...

E se vi dicessi che dei quotidiani le pagine che leggo per prime (o addirittura le uniche che sfoglio quando ho fretta) sono proprio quelle culturali? Come dice Andrea: "amo le pagine della cultura del quotidiani italiani. E non potrei vivere senza quelle dei quotidiani locali". Sottoscrivo.
Non credo poi che le recensioni servano agli autori recensiti che onanisticamente se le guardano e se le contano, come è stato riferito... che tristezza pensarlo! Ciascuno parli per sé! Onan parli a nome di Onan. Io, ad es., leggo con attenzione le recensioni: da quelle sull'Unione e Nuova a quelle sulla Repubblica e La Stampa negli inserti del sabato, sui settimanali su periodici, anche sui quotidiani stranieri online...
Quanti libri ho acquistato per averne letto la recensione, anche al di là del giudizio del recensore, magari solo per avermene rivelato l'esistenza! A ripensarci parecchi!
Paolo Maccioni

Anonimo ha detto...

Ce ne fosse di più, di cultura e di spazio per parlarne....non vorrei essere ripetitiva, ma attualmente la mucca che attraversa la strada è ritenuta più importante dell'ultima uscita editoriale locale e non solo. Oltre la deambulazione bovina, un titoletto di ieri sul quotidiano regionale più diffuso : "Fango nella piazza dopo ogni temporale". Avrei preferito, nello stesso spazio, la recensione di un libro, di un programma radiofonico, di un evento della Settimana della Scienza magari. Macchè.Il genere dominante è questo... :-((

Mario ha detto...

Ero anch'io al forum passaparola quando Fois, Nicolini e altri hanno espresso dei giudizi fortemente negativi sulle terze pagine dei quotidiani. Confesso di avere provato un forte imbarazzo pensando che proprio gli scrittori e gli organizzatori dei festival letterari hanno contribuito negli ultimi anni alla trasformazione delle terze pagine in strumenti potenti di promozione di eventi e autori. Non tutte le responsabilità, quindi, sono dei giornalisti, tanto è vero che la recente Mostra del libro di Macomer ha puntanto tutte le sue carte sui contenuti, sugli approfondimenti, sui testi letterari più che sui singoli autori. Infatti a differenza di altri eventi non è stata pubblicata una solo foto e neanche un servizio dedicato ad uno specifico autore. A partire dagli articoli giornalieri pubblicati dall'Unione Sarda e dai servizi della Nuova Sardegna tutti incentrati sugli argomenti dibattuti, sulla partecipazione del pubblico e sui riscontri nel territorio. In ogni caswo dalle terze pagine non possiamo prescindere ed io ricordo in particolare quelle bellissime realizzate da Alberto Rodriguez.

Anonimo ha detto...

Penso che un blog senza censura sia per questo ricco di idee e utile al confronto. Tuttavia credo che non si possano criticare allegramente i giornali senza averci non dico lavorato, ma almeno collaborato, senza essersi mai cimentati nello far stare in 6240 battute spazi compresi eventi interminabili, nel comporre una recensione degna di questo nome, nel raccontare una storia (come insegnava Marco Manca) per catturare il lettore.
Poi, scusate la cattiveria, ma criticare le pagine della cultura e in particolare le recensioni in esse contenute, dopo che i propri libri sono stati numerose volte recensiti, mi sembra un gesto ricco di ingratitudine e denota memoria corta...

P.S. Mario, anche io ho un ricordo vivissimo di Alberto Rodriguez: quando ideò una pagina della Scienza (che purtroppo durò poco) nella quale fui felicemente coinvolto. Era il 1997.