sabato 3 novembre 2007

Cosa penso veramente (Michelina Borsari, 3 nov. 2007)

Il 31 ottobre 2007 L'Unione Sarda ha scritto che Michelina Borsari ha bocciato senza appello la formula della Mostra del libro di Macomer.
Le sue affermazioni hanno suscitato diverse reazioni. Io stesso ho scritto un articolo su L'Altra Voce.net. Oggi mi è arrivata questa precisazione dalla dott.ssa Borsari che, lungi dal confermare la bocciatura, esprime apprezzamento per l'iniziativa e muove delle critiche nei confronti di alcuni aspetti legati all'eccessiva insistenza sul tema dell'identittà. Critiche costruttive quindi che possiamo accogliere o respingere in tutto o in parte ma che comunque ci possono aiutare a precisare meglio i contenuti del nostro lavoro.
Mario Argiolas

Che cosa vuol dire "troppa Sardegna"?
«Esprime la sorpresa di trovarsi di fronte a una manifestazione costruita con dei confini di identità molto alti, quasi difensivi. Che rischia il localismo».
Concetto di identità da applicare ai giovani?
«È difficile che un ragazzo di vent'anni s'identifichi unicamente con la tradizione. Ha bisogno di essere connesso, di poter guardare oltre i confini. Di sentire l'orgoglio della sua terra anche perché è capace di attrarre chi viene da fuori. Consiglierei di far loro "mettere le mani in pasta". Perché se un programma troppo "localistico" alla fine non paga, paga invece il forte coinvolgimento della comunità locale con tutti i suoi attori, pubblici e privati, giovani e no ».
Che ne pensa della gestione degli spazi per gli autori?
«Le presentazioni con l'autore che parla del suo libro appena uscito sono dovunque in crisi. Cresce invece l'attenzione per il testo e la sua lettura diretta, ad alta voce. E' una tendenza positiva, di cui ci sono casi illustri anche in Sardegna, perché mette al centro il libro per il suo valore culturale. Si tratta sempre di un invito alla lettura,ma anche senza autore e ritorno commerciale immediato».
Altri punti deboli?
«La comunicazione visiva. La città potrebbe essere vestita a festa, con soluzioni che attirino l'attenzione. Vede questa piazza? (lo spazio tra i due padiglioni dell'Ex Caserma Mura ndr ), tranne il tendone per i bambini (e non c'è tenda che sia bella) è completamente spoglia. Su questo aspetto i giovani, che sanno maneggiare le nuove tecnologie, potrebbero fare molto. Ma il punto è sempre quello: puntare sul territorio come risorsa, coinvolgere ristoranti e albergatori in iniziative a tema, saldare le scuole all'evento, prestare attenzione ai trasporti per chi viene da fuori. E non dimenticare l'informazione: i media sono essenziali per il successo di un evento».
C'è dell'altro?
«Manca qualcosa di spumeggiante. Se mi passate il termine, mancano i nani e le ballerine. E lo dice una che si occupa dell'organizzazione di un festival dedicato alla filosofia. Tema che, un tempo, non godeva né di buona fama, né di buona stampa».
Un aspetto positivo?
«Più di uno. La grande professionalità degli organizzatori. La diffusa attenzione per la cultura come elemento di crescita civile e democratica. E poi il dialogo diretto e appassionato tra società e istituzioni. Il progetto regionale "la scuola adotta un libro" è formidabile».

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