venerdì 26 ottobre 2007

Una scuola viva e vitale (Giacomo Mameli)

Ho avuto il piacere – piacere vero, intenso – di discutere del mio libro “La ghianda è una ciliegia” con alcune classi di studenti del Tecnico di Tortolì e del Liceo Siotto di Cagliari. In precedenza alunni delle elementari (tanti, vispi, attenti) avevano commentato un libro di Antoni Arca sulle fiabe di Antonio Gramsci.
Che emozione vedere bambini di oggi confrontarsi sul bambino Gramsci di un secolo fa. E che osservazioni, e che belle domande ad Arca, che è stato bravissimo. Complimenti a tutti, alle maestre in primo luogo. Auguri ad Antoni Arca.
Poi è stato il mio turno nel padiglione “Filigosa” rimesso un po' a nuovo, più accogliente, più confortevole. Gli alunni di Tortolì hanno fatto una sintesi di ogni capitolo del libro. Lo hanno fatto in sardo e alcuni di loro mi hanno ricordati i testimonial del mio libro.
Perché io quelle storie le ho raccolte in sardo foghesino, e le ho trasformate in limba italiana. Loro hanno fatto il contrario. Sono tornati. Hanno fatto delle “brevi di cronaca”, ma efficaci, complete, hanno colto nel vivo il valore di quei personaggi, la loro caratura morale. E che bravi quei due ragazzi sorridenti con sassofono e chitarra.
Che dire delle domande dei giovani del Siotto? Curiosi, profondi, talvolta intriganti, indaganti. Bravi. Che bella quella domanda sul “dopo-libro” a Perdasdefogu, sul feed-back, sulla valorizzazione dell'uomo “comune” che nel libro assurge a uomo che fa la storia, protagonista vivo del suo tempo. Diceva Carlo Bo, mitico rettore dell'università di Urbino dove ho avuto il piacere di studiare, che ogni uomo è un pezzo di storia dell'umanità. Sì, lo sono anche Scòttula, Cazzàai, Coa Allutta, l'infermiere Pierino e il cavadenti Vittorio, tutti.
Due osservazioni, fattas cun su coru.
1) Questa scuola sarda è viva. Capace. Motivata. Ho conosciuti due insegnanti, Lucia Baiocchi (Siotto) e Francesca Mastio (Tecnico di Tortolì) eccezionali. Con insegnanti così la scuola è viva. È una scuola che quando vuole sa essere meglio di quella di ieri. Occorre darle strumenti. Una scuola che invita alla lettura è una scuola dinamica, moderna. Leggendo i libri di oggi e i classici di ieri. I miei complimenti anche alle altri insegnanti di cui non ricordo i nomi.
2) La Fiera del libro di Macomer, con la formula “La scuola adotta un libro”, ha trovato una formula inedita ed efficace. Questa iniziativa è importante, va potenziata, estesa a più scuole, anche con incontri successivi con gli autori. Ciò serve a far maturare gli autori ma anche i ragazzi che vincono la difficoltà di uscire all'esterno, di confrontarsi in pubblico. Che bello se gli alunni di Cagliari, Tortolì, quelli di Antoni Arca, quelli di Arbus e di Sorso, di Ballao e di Bosa, parlassero – nei loro paesi, nelle loro città - di tutti i libri che leggono. Che rivoluzione se la scuola, ogni scuola, sulla scia della Fiera di Macomer, semmai con la regia della Fiera del libro o dell'Aes, presentasse ogni settimana un libro al pubblico, in ogni scuola di ogni paese e città.
3) Grazie quindi a Macomer. Il mio libro era stato presentato alcuni mesi fa dagli alunni delle elementari di Santa Maria Navarrese. Lo avevo fatto diventare uno spettacolo teatrale. Alunni attori e insegnanti registi. Ecco perché la scuola sarda è viva. Ecco perché gli insegnanti capaci vanno proposti ad esempio e incoraggiati.

Ringrazio studenti, alunni, La Fiera del libro e tutti quelli che ci lavorano.
Giacomo Mameli

1 commento:

Unknown ha detto...

Ringrazio di cuore Giacomo Mameli per l'affettuosa disponibilità con cui ha accolto i nostri ragazzi e per la stima che ha dimostrato nei confronti di noi insegnanti. Non abbiamo fatto altro che il lavoro che facciamo sempre quando affrontiamo la lettura di un libro con gli studenti.
L'esperienza è stata positiva e "vitale" (come dice il nostro Autore),saludu e trigu!
Lucia Baiocchi (Liceo-Ginnasio Siotto Pintor - Cagliari)