mercoledì 23 gennaio 2008

Si parte con un inizio lento e stentato ma la fiera del libro di Macomer è ok (Salvatore Tola, Librando, n. 55 dicembre 2007)

La valutazione di una fiera del libro – e di ogni altra manifestazione del genere – può basarsi all’inizio, e sino a quando non si dispone di dati concreti, soltanto sulle impressioni personali. E le impressioni, nei primi giorni dell’ultima fiera del libro di Macomer, non erano incoraggianti. A causa soprattutto della pioggia e dell’abbassamento della temperatura, preoccupanti in una cittadina notoriamente esposta ai venti e alle intemperie. Poi per fortuna ha fatto capolino il sole, e l’afflusso del pubblico è stato favorito, durante il fine settimana, dal tempo nuovamente bello: lo si avvertiva anche dall’interno dei locali delle ristrutturate caserme “Mura”, che hanno pareti luminose e si affacciano verso l’esterno con ampie vetrate. Nel giro di poche ore anche il clima è cambiato e i visitatori hanno iniziato a moltiplicarsi e ad affollarsi, anche al di là delle più rosee previsioni. Lo conferma un primo dato approssimativo sulle vendite, che parla di un aumento del 20/25% rispetto all’edizione dell’anno passato. E’ d’obbligo chiedersi cosa possa aver contribuito a migliorare ulteriormente i risultati di una manifestazione che sembrava avere già raggiunto il massimo delle sue possibilità; e stabilire cosa si può ancora fare per ottenere in futuro risultati ancora più significativi. Da un punto di vista più generale ha certo il suo peso il fatto che la fiera ritorna puntualmente di anno in anno, così che tutte le categorie interessate, e in particolare il pubblico dei lettori, possono contare su un appuntamento annuale che consente di fare il punto sui traguardi e le prospettive dell’editoria in Sardegna. Né vanno dimenticati la posizione di Macomer, baricentrica all’interno dell’isola, e il ruolo di polo commerciale che svolge da tempo immemorabile. Nelle prossime edizioni dovrà comunque essere curato meglio il collegamento tra la fiera e le iniziative esterne per un verso, gli alberghi e i ristoranti per l’altro. Per quanto riguarda l’esposizione vera e propria dell’editoria regionale, quest’anno godeva di uno spazio maggiore; e per la prima volta dopo molti anni era ordinata non a seconda dell’argomento ma in base alle sigle editoriali. I libri trovavano il giusto spazio su tavoli e scaffali, e una serie di pannelli che riportavano le varie sigle contribuivano a dare al visitatore un’impressione di ordine e razionalità. I risultati sono venuti anche dal migliore funzionamento delle cassa e dall’aumento del personale messo a disposizione del pubblico. Erano state, infatti, costituite due piccole squadre: una di due persone che si occupavano della vendita; e una di tre, dislocate tra i libri, che rimanevano a disposizione per la consulenza, ma provvedevano anche, con discrezione, sia alla sorveglianza sia al riordino dell’esposizione una volta che era stata “manomessa” dai visitatori. Né si può dimenticare, in una rassegna degli elementi che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione, la fitta serie di appuntamenti che si sono succeduti nelle giornate di apertura, richiamando il pubblico degli appassionati e molte scolaresche e presentazioni di libri, incontri con gli autori, tavole rotonde, dibattiti ecc. A volte si accavallavano, e il pubblico non sapeva quale scegliere, né da quale parte dirigersi per seguirle. Si è avvertita la mancanza di un sistema di altoparlanti attraverso i quali gli organizzatori possano dare i necessari annunci: l’assessore alla Pubblica Istruzione del Comune assicura che è già in progetto e che se ne può prevedere la disponibilità a partire dalla prossima edizione. Si registra ancora una volta l’atteggiamento che più ha contribuito in questi anni alla crescita della manifestazione: la soddisfazione per i risultati raggiunti non toglie spazio all’impegno nel risolvere i problemi che si presentano via via nello studiare le misure che possano favorire l’ulteriore avanzamento.

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